Terza votazione per il Quirinale, come voteranno oggi i partiti e i nomi dei possibili candidati
Terza votazione per il presidente della Repubblica. E l'ultima con il quorum previsto finora: da domani, infatti, non servirà più raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi, ma quella assoluta. In altre parole, saranno sufficienti 505 voti e non 673. Anche per oggi, ad ogni modo, si prevede una fumata nera: non è stato ancora raggiunto alcun accordo tra le forze politiche sul nome da mandare al Quirinale e l'indicazione dei partiti rimane quindi quella di votare scheda bianca.
Il risultato delle prime votazioni
Ieri lo scrutinio si è concluso con una valanga di schede bianche e 39 voti per Sergio Mattarella e Paolo Maddalena: sono stati loro i più votati, ma chiaramente con numeri lontanissimi da quelli necessari per raggiungere il quorum. Ieri il centrodestra ha presentato una rosa di tre nomi per il Quirinale, mentre il centrosinistra ha deciso di non farne nessuno: sarebbe la prova della volontà di Partito democratico, Movimento Cinque Stelle e Liberi e Uguali a trovare un nome condiviso, hanno spiegato i leader. Che poi hanno chiesto un confronto diretto con quelli di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. "La proposta che facciamo è quella di chiuderci dentro una stanza e buttiamo via le chiavi, pane e acqua, fino a quando arriviamo a una soluzione, domani è il giorno chiave", ha commentato Enrico Letta.
La trattativa per Mario Draghi
Intanto, dietro le quinte, proseguono le trattative per la questione Mario Draghi. Mentre una parte delle forze di maggioranza (i dem) spingono per portarlo al Quirinale, Lega e Movimento Cinque Stelle sottolineano le ripercussioni che un trasferimento da Palazzo Chigi al Colle causerebbe sulla maggioranza. In altre parole, senza Draghi alla guida del governo difficilmente si riuscirebbe a tenere insieme partiti così distanti tra loro. Specialmente a un anno scarso dalle elezioni. Il segnale che si invierebbe all'Europa e all'estero, soprattutto in un momento ancora delicato dal punto di vista della pandemia e della ripresa economica, non sarebbe dei migliori, evidenziano i gialloverdi. Sulla stessa linea ci sarebbe anche Forza Italia che, dopo aver assistito a un passo indietro di Silvio Berlusconi, insiste perché Draghi resti a Chigi.