Terza dose, Iss e ministero dicono che potrebbe essere somministrata prima dei 6 mesi dalla seconda
"Possiamo vedere che il virus dalla parte centrale dell'Est Europa si sta muovendo verso la parte più occidentale e questo sta toccando alcune regioni della Francia e dell'Italia. La circolazione in alcuni Paesi è in crescita", ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), nel suo intervento alla conferenza stampa sull'analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di regia. "I comuni con almeno un caso" di Covid "sono in crescita e sono passati da 4.647 a 4.973".
La pandemia di Covid è in crescita anche in Italia, anche se in modo più contenuto, ha spiegato il professore. L'incremento più significativo di pazienti colpiti dal virus "si evidenzia soprattutto nelle fasce più giovani e in quelle fra i 30 e i 50 anni".
L'età media della diagnosi "rimane sopra i 40 anni – ha aggiunto – L'età mediana del primo ricovero rimane sopra i 70 anni e all'ingresso delle terapie intensive sfiora i 70 anni. La parte legata ai decessi si mantiene sopra agli 80 anni".
Una focalizzazione sui casi pediatrici mostra un incremento negli under 12, per cui ad oggi non è disponibile la vaccinazione, soprattutto nella fascia 6-11 anni. Per questa categoria vengono segnalati anche dei ricoveri, nonostante questi casi siano molto contenuti.
Si osserva crescita netta "delle terze dosi di vaccino anti-Covid. È importante sottolineare, però, che nelle fasce di età over 80, che sono le più fragili rispetto a possibili effetti sulla salute quando contraggono l'infezione, la percentuale di persone che ha fatto la terza dose non supera il 40%", ha detto ancora Brusaferro.
Il presidente dell'Iss ha sottolineato dunque l'importanza di mantenere mascherine, nei luoghi di aggregazione e nei luoghi al chiuso, e il distanziamento. Per quanto riguarda i richiami il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha poi sottolineato che per la terza dose l'indicazione è quella di aspettare sempre 6 mesi dalla seconda dose , ma "accorciare l'intervallo" potrebbe essere possibile. "A livello internazionale quasi tutti i Paesi attendono i 6 mesi dal completamento del ciclo primario per il booster. Accorciare un po' questo intervallo non avrebbe effetti negativi e potrebbe accelerare la campagna. È sicuramente un elemento da valutare con una certa attenzione", ha spiegato.