Terza dose di vaccino, le somministrazioni in Italia rispetto agli altri Paesi europei
Se è possibile confrontare senza particolari difficoltà l'andamento della vaccinazione nei diversi Paesi europei, è più complesso farlo rispetto alla somministrazione della terza dose di vaccino. In Europa, infatti, le autorità sanitarie nazionali stanno prendendo decisioni diverse sia rispetto al tipo di vaccino da somministrare (in Francia si procede solo con Pfizer), sia rispetto alla platea a cui destinare la terza dose. La stessa Ema (l'Agenzia europea del farmaco) ha comunicato che i vari Paesi potranno decidere autonomamente se raccomandare o meno la somministrazione della terza dose. Dopo aver rilasciato l'autorizzazione per il richiamo con vaccino di Pfizer-BioNTech, l'Ema ha anche autorizzato l'utilizzo del vaccino Moderna per i richiami. Tutti i paesi europei che hanno avviato la somministrazione della terza dose, quindi, sta procedendo con la vaccinazione eteronoma per chi ha completato il ciclo vaccinale con i sieri di AstraZeneca o Johnson&Johnson. Detto questo, proviamo a confrontare la situazione in Italia con quella degli altri paesi europei.
I numeri delle terze dosi in Italia
In Italia la somministrazione della terza dose è iniziata da oltre un mese. A partire dal 20 settembre, infatti, si è proceduto dando priorità alle categorie più fragili in cui sono state comprese le persone immunocompromesse, le persone che hanno subìto un trapianto e i malati oncologici. Per loro si parla più propriamente di un terza dose addizionale che viene inoculata a distanza di almeno 28 giorni dal completamento del ciclo vaccinale e che è considerata come completamento del ciclo stesso. Secondo i dati del Ministero della Salute, sino ad ora la terza dose addizionale è stata somministrata al 27,60% della popolazione destinataria e le dosi inoculate sono state 242.294. Dal 27 settembre però, l'Ema ha dato l'ok per somministrare le terze dosi anche a over 80, ospiti delle Rsa, personale sanitario e over 60. Per loro, invece, si tratta di dosi booster che vengono somministrate dopo almeno 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale e che mirano a rafforzare la protezione immunitaria. Attualmente le dosi booster o dosi di richiamo hanno riguardato il 38,41% della popolazione destinataria, per un totale di 1.147.983 dosi già inoculate.
A chi spetta la terza dose in Europa
La Spagna è il primo Paese in Europa per totale di vaccinazioni effettuate. Qui però, il governo ha stabilito che la terza dose sarà riservata solo ai soggetti più fragili e quindi agli immunocompromessi e ai residenti delle casi di riposo. Per il resto della popolazione, invece, non è ancora prevista la somministrazione di richiamo. Spostandoci in Gran Bretagna, Boris Johnson ha cercato di accelerare sulla campagna vaccinale dopo l'incremento di contagi che ha interessato il Paese, prevedendo una terza dose prima per gli immunodepressi e poi anche per la popolazione over 50, dando priorità ai più anziani e agli ospiti e personale delle case di riposo. Anche la Germania ha riservato la dose di richiamo a persone immunodepresse, agli over 80, alle persone che ricevono cure a domicilio e agli ospiti delle strutture di assistenza. La Francia poi ha raccomandato la terza dose a chi assiste persone fragili e al personale sanitario, mentre inizialmente il richiamo era stato indicato solo per persone anziane e particolarmente fragili. Qui, le autorità sanitarie stanno procedendo solo con la somministrazione del siero Pfizer. L'Austria, infine, ha iniziato a somministrare le terze dosi di vaccino solo da metà ottobre, rivolgendosi alle persone con più di 65 anni, alle persone fragili e ai residenti delle strutture di assistenza.