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Terrorismo, aumentato livello di allerta nei porti. Gabrielli: “No allarmi specifici”

Il provvedimento prevede che ogni porto adegui i propri piani di sicurezza allle nuove disposizioni: maggiori controlli ai varchi portuali, dove entrano solo i veicoli muniti di biglietto, una percentuale più alta di veicoli e passeggeri controllati (dal 25% circa del livello 1 ad un massimo del 50% del livello 2), un monitoraggio più preciso di tutte le aree degli scali.
A cura di Claudia Torrisi
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Da ieri la Guardia Costiera ha stabilito un'intensificazione del controlli agli imbarchi sui traghetti e sulle navi da crociera nei porti italiani, alzando il livello d'allerta antiterrorismo a 2. Questo significa che se fino a questo momento veniva controllato un passeggero ogni quattro che si imbarcavano, adesso le verifiche avverranno su uno ogni due. Il provvedimento "Mar Sec" (mare security) è stato adottato in accordo con il governo – il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Del Rio – e prevede che ogni porto adegui i propri piani di sicurezza, già adottati da tempo e diversi per ogni scalo, alle nuove disposizioni: maggiori controlli ai varchi portuali, dove entrano solo i veicoli muniti di biglietto, una percentuale più alta di veicoli e passeggeri controllati (dal 25% circa del livello 1 ad un massimo del 50% del livello 2), un monitoraggio più preciso di tutte le aree degli scali. Tra le misure, anche il ricorso all'"autoperquisizione": i passeggeri dovranno mostrare che cosa trasportano nelle valigie e nel bagagliaio; se occorre saranno controllati con dei metal detector portatili. I nuovi provvedimenti interessano soltanto le navi da crociera e quelle passeggeri, non quelle commerciali. Il rischio, ovviamente, è che si formino lunghe code e attese infinite agli imbarchi nei giorni di maggiore affluneza di passeggeri.

Il capo della Polizia Franco Gabrielli ha chiarito che l'adozione del provvedimento non è dovuta a un allarme specifico per il nostro paese, ma a una generica necessità di alzare l'attenzione. "L'aumento del livello fatto dalla Guardia Costiera non ha nulla a che fare con i discorsi Libia sì, Libia no. Il provvedimento è scaturito da una recente riunione del Comitato interministeriale nella sua forma ristretta per la sicurezza marittima e dei porti, nel quali i vari soggetti hanno preso la decisione, per il contesto complessivo che stiamo vivendo, di innalzare i livelli dei controlli. È una presa d'atto di una situazione complessiva e credo che questo vada nel senso degli sforzi che stiamo compiendo in tutti gli ambiti per aumentare il più possibile il livello di sicurezza", ha spiegato, sottolineando che, in ogni caso, "tutti dobbiamo avere la consapevolezza che viviamo una minaccia, che possiamo essere oggetto e obiettivo di questa minaccia. Ma questo non significa che dobbiamo mutare la nostra vita".

Secondo un articolo apparso oggi sulla Stampa, il provvedimento sarebbe nell'ottica di prevenire un'eventuale "fuga di jihadisti dalla Libia". L'intellingence sarebbe preoccupata della dispersione di miliziani dopo lo smantellamento di alcune cellule: alcuni potrebbero essere fuggiti verso il Ciad e la Nigeria, altri potrebbero voler raggiungere l'Italia via mare, anche come tappa intermedia per altre destinazioni in Europa.

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