Con colpevole ritardo e nel pieno delle polemiche seguite alla lettura degli atti desecretati riguardanti le "confessioni" del pentito Schiavone, la Camera dei deputati discuterà della questione "Terra dei Fuochi". È in programma infatti la discussione delle mozioni presentate da Di Maio, Labriola, Migliore, Rostan, Picierno, Cesaro, Formisano e Russo, "concernenti iniziative per la bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale, con particolare riferimento alla situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi".
Si tratta di una prima, parzialissima e discutibilissima, risposta politica a quello che vi abbiamo raccontato essere il più grande avvelenamento di massa in un Paese occidentale: "Una terra distrutta, inquinata, avvelenata, costretta a risucchiare rifiuti per anni e anni dalla criminalità organizzata, con la complicità di politici, imprenditori, cittadini e istituzioni che avrebbero dovuto controllare, monitorare, proteggere e garantire la salute pubblica". Ora, dopo la constatazione dei ritardi, delle omissioni, delle censure, degli insabbiamenti, delle enormi contraddizioni con cui "lo Stato" ha risposto a quella che si configura come una vera e propria emergenza nazionale, la politica prova a discuterne nel merito con la calendarizzazione della discussione alla Camera dei deputati e la presentazione di una serie di mozioni. Che, nella stessa constatazione del disastro ambientale, si differenziano su alcuni punti cardine. Su tutti la questione delle bonifiche "ora e subito", oppure condizionate ad una valutazione dei costi, oppure sostituite da altre forme di intervento. E, nel presentarvi alcune mozioni, cerchiamo proprio di evidenziare quali sono le differenze sostanziali.
A cominciare dalla mozione del Movimento 5 Stelle, che ha come primo firmatario il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Una mozione che parte da alcuni dati oggettivi e dalla constatazione che "gli abitanti dell'intera area, una delle più densamente popolate d'Europa, in molti casi senza percepire il reale pericolo, sono costretti a vivere in un luogo altamente inquinato da sostanze molto tossiche (diossine, pcb, pcbdl, e altro) e ad altissime percentuali", per impegnare il Governo "alla luce dell'atroce situazione delineatasi":
- a porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano atte a far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa;
- ad intraprendere gli improrogabili interventi di bonifica del territorio campano, al fine di cercare almeno di limitare i danni di decenni di scellerate politiche di gestione ambientale del territorio;
- ad avviare, con un adeguato coinvolgimento del Ministero della salute, una massiccia campagna di indagini epidemiologiche finalizzate a fare luce sull'impatto delle contaminazioni sulla salute delle popolazioni residenti, anche dando ampia pubblicità ai risultati al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla nocività di certi comportamenti criminali, non essendo concepibile che gli unici dati a disposizione siano quelli forniti dalla NATO;
- ad istituire un tavolo tecnico permanente, che funga da cabina di regia, presso il Ministero dell'ambiente e per la tutela del territorio e del mare con la partecipazione di associazioni e comitati cittadini
La mozione presentata da Sinistra Ecologia e Libertà, con primo firmatario Gennaro Migliore, dopo una lunga premessa (in cui si amplia la dimensione del fenomeno anche ad alcune zone della provincia di Benevento e si ricorda il ruolo delle aziende direttamente impegnate nel ciclo di smaltimento dei rifiuti), giunge a simili conclusioni per quanto concerne la "bonifica rapida, immediata e completa delle aree comprese tra i siti di interesse nazionale in Campania e di quelle diventate sversatoio con discariche" e la richiesta di analisi mirate, ma in aggiunta impegna il Governo:
- ad avviare rapidamente la perimetrazione dei terreni interessati da coltivazioni ed allevamenti nelle aree coinvolte dallo sversamento di rifiuti tossici, al fine di consentirne la conversione in agricoltura «no food»;
- a rendere pubblici i nominativi delle società coinvolte a qualsiasi titolo nella produzione, trasporto e/o smaltimento illecito di materiali tossici;
- a nominare, come richiesto già da tempo dal presidio permanente Taverna del Re, una commissione di esperti, trasversali, con la presenza anche di medici, che studi un metodo di smaltimento delle ecoballe che non peggiori il già altissimo livello di inquinamento del territorio giuglianese;
- a prendere adeguate iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, per raggiungere in tempi brevi gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e di implementazione della raccolta differenziata.
Il Partito Democratico invece presenta mozioni distinte: la prima, co-firmata anche da alcuni esponenti di Scelta Civica, vede come prima firmataria Michela Rostan. Dopo l'analisi iniziale (con citazioni di indagini condotte dalla Finanza ed analisi del WWF), si impegna il Governo:
- a perpetuare una politica di inasprimento delle pene per i reati ambientali, da assimilarsi, a tutti gli effetti, sostanziali e processuali, a quelli di stampo mafioso e/o terroristico;
- ad assumere tutte le iniziative economiche e normative che garantiscano un presidio costante e permanente delle aree delle province di Napoli e Caserta
- ad adottare ogni iniziativa di competenza, in specie di tipo normativo, per una revisione delle funzioni delle agenzie regionali per la protezione ambientali, valutando – se del caso – di assegnare al personale delle stesse anche i poteri di polizia giudiziaria;
- ad avviare ogni iniziativa di competenza utile a mettere in condizione le aziende sanitarie locali di svolgere l'indispensabile attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza circa le cause e gli effetti nefasti dei roghi tossici sulla popolazione.
La seconda mozione del Partito Democratico vede come prima firmataria un'altra deputata campana, Pina Picierno, è co-firmata dal capogruppo alla Camera Roberto Speranza e parte proprio dalla desecretazione degli atti di Carmine Schiavone. Dopo aver evidenziato "un quadro desolante dietro cui appaiono ancora oscure le cause delle tante e inspiegabili omissioni sui necessari approfondimenti di mappatura dei siti e sulle mancate bonifiche, omissioni che continuano a perpetrarsi ancora oggi, senza che alcuna azione concreta, come si diceva di natura sistemica, venga intrapresa per porre fine ad uno scandalo immane in quella che potremmo definire, purtroppo, con specifico riferimento alla Campania, la terra di nessuno", si impegna il Governo (dopo la richiesta di analisi dettagliate e dell'accertamento dei danni ambientali):
- a vigilare, in collaborazione con le altre autorità competenti, a che i lavori eventualmente affidati a ditte specializzate nel settore non siano in alcun modo riconducibili, direttamente e indirettamente, a persone legate alla criminalità organizzata, scongiurando il rischio che a bonificare il territorio dai rifiuti tossici siano gli stessi soggetti che hanno deliberatamente avvelenato il basso Lazio e la Campania;
- a quantificare le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione delle bonifiche dei siti contaminati dalle sostanze tossiche e pericolose, a programmare altresì un piano triennale di stanziamento di tali risorse, valutando anche la possibilità di utilizzare parte delle risorse del Fondo unico giustizia, e a destinare, infine, già a partire dalla legge di stabilità per l'anno 2014, una prima quota di risorse finanziarie per le operazioni di mappatura e di bonifica dei territori interessati dagli interramenti, aggiuntivi rispetto ai 282 milioni di risorse FAS stanziate nell'ambito dell'accordo di programma denominato Programma strategico per le compensazioni ambientali nella regione Campania del 18 luglio 2008, modificato l'8 aprile 2009.
Da segnalare anche la mozione del Popolo della Libertà, avente come primo firmatario Russo e come co-firmatari Carfagna, Cesaro e Castiello. In tale intervento, nel ricordare che "la condizione in cui versa la Terra dei fuochi è nitidamente fotografata dalle inchieste della magistratura, dalle operazioni delle forze dell'ordine, dal lavoro svolto fin dal 1998 dalle commissioni parlamentari d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e da una ricca antologia di inchieste giornalistiche", si impegna il Governo:
- a predisporre con tempestività un'iniziativa normativa ad hoc al fine di definire un sistema straordinario di presidio e controllo del territorio interessato per bloccare il fenomeno degli sversamenti illegali e dei roghi tossici, coinvolgendo, in primis, le Forze armate, rafforzando e meglio coordinando tutte le forze dell'ordine;
- utilizzare le risorse derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata a seguito di processi per traffico e smaltimento illegale di rifiuti, per la bonifica dei siti inquinati in conseguenza dei medesimi traffici e smaltimenti illegali
- introdurre il reato di disastro ambientale nel codice penale;