Terapie intensive e ricoveri, i dati Iss: quali Regioni vanno verso zona arancione e zona rossa
Sempre più Regioni vanno verso la zona arancione o la zona rossa. I dati dell'Istituto superiore di sanità parlano chiaro: c'è un ulteriore peggioramento della situazione epidemiologica, l'incidenza aumenta ancora, l'indice Rt pure e gli ospedali continuano a riempirsi di malati Covid. La pressione non è ancora altissima, ma comincia a diventare preoccupante, tanto che le Regioni chiedono di cambiare il modo di conteggiare i positivi. C'è chi dice lo facciano per evitare le restrizioni. Intanto, dopo il monitoraggio Iss di questa mattina, il ministro della Salute ha firmato un'ordinanza che sposta la Campania in zona gialla e la Valle d'Aosta in zona arancione a partire da lunedì 17 gennaio. Ma, guardando i dati, appare evidente che la situazione potrebbe peggiorare ancora nelle prossime settimane e che – salvo cambi nel metodo di conteggio – diverse Regioni potrebbero finire presto in zona arancione, se non in zona rossa.
Terapie intensive e ricoveri, i dati Regione per Regione
La tabella del monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità non lascia spazio a interpretazioni: l'incidenza dei casi Covid è altissima in tutte le Regioni. A livello nazionale è 1988 casi ogni 100mila abitanti, ma se guardiamo la Sardegna – che ha il dato più basso – è 553,7. Per capirci: la soglia di ingresso in zona gialla è 50. In questa fase diventano perciò ancora più decisivi i tassi di occupazione degli ospedali, in terapia intensiva e in area medica. Le soglie per la zona gialla sono rispettivamente 10% e 15%, per la zona arancione 20% e 30%, per la zona rossa 30% e 40%. Di seguito la tabella del monitoraggio Iss.
Le Regioni che rischiano la zona arancione e la zona rossa
A decidere il passaggio in zona arancione ed eventualmente in zona rossa sono i parametri di terapia intensiva e area medica. Per ora solo la Valle d'Aosta passa in arancione, ma ci sono molte altre Regioni a rischio: la Calabria ha l'area medica piena al 38,7% (limite arancione è 30%, rosso è 40%), ma in terapia intensiva è al 17,5%; il Friuli Venezia Giulia è al 28,9% in area medica e quindi resta giallo, ma in terapia intensiva è da arancione, con il 23,4% dei posti letto occupati da pazienti Covid; la Liguria è al 37,3% in area medica, ben oltre la soglia arancione e più vicina a quella rossa, ma resta al 17,7% in terapia intensiva; anche la Lombardia è oltre l'arancione in area medica con il 33,3%, ma in terapia intensiva è al 16,8%.
E ancora: le Marche sono messe meglio in area medica con il 26,3%, ma in terapia intensiva sono quasi da rosso con il 28,2%; stesso discorso vale per la Provincia di Trento, che ha il 24,8% in area medica e il 27,8% in terapia intensiva; anche il Piemonte è sotto la soglia arancione in area medica con il 28,4% e sopra quella della terapia intensiva con il 23,2%; la Sicilia è da arancione in area medica con il 33,9%, ma si salva per un soffio in terapia intensiva con il 19,4%; l'Umbria ha l'area medica da arancione con il 32,3%, ma resta bianca in virtù delle terapie intensive piene al 9,4%; la Valle d'Aosta passa in arancione, ma ha l'area medica da rosso con il 53,5% (il limite è 40%) e la terapia intensiva al 21,2%.
Vista la situazione che continua a peggiorare e dato che una maggiore incidenza causa – nei giorni successivi – un aumento della pressione sugli ospedali, non è difficile immaginare che nelle prossime settimane sempre più Regioni finiranno in zona arancione. E, se dovesse aumentare di molto il tasso di occupazione, alcune potrebbero finire persino in zona rossa.