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Tegola sul Pd, Fioroni contro organizzazione del congresso Pse

Continuano gli scontri all’interno del partito. Dopo il battibecco tra Renzi-Epifani e lo stop alle tessere insorge l’anima conservatrice del partito, che si oppone all’organizzazione a Roma del congresso. Fioroni: “blitz pericoloso e grave, con cui viene meno l’atto fondativo del Pd”
A cura di Andrea Parrella
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In gergo calcistico la si potrebbe definire un'ennesima tegola, quella caduta sul Pd. Guglielmo Epifani rivendica a pieno le ultime mosse di partito, ovvero lo stop al tesseramento ed il sostegno al ministro Cancellieri, coinvolta nella questione della oramai famosa telefonata per i domiciliari a Giulia Ligresti. Tutto questo nonostante le accusa di Renzi, giunte nei giorni scorsi e in particolare durante la sua partecipazione a Servizio Pubblico, proprio in merito a quest'ultima vicenda. Proprio per questo il segretario del Partito Democratico ha avuto da ridire nei confronti dell'atteggiamento di quello che pare destinato a succederlo quasi certamente, redarguendone il doppiogiochismo:

Non ci dovrà essere un partito di esterni contrapposto a un partito di iscritti perché abbiamo bisogno di tutti

Ma a gravare sulla stabilità della compagine si aggiunge una possibile spaccatura, l'ennesima, che potrebbe formalizzarsi (visto che ufficiosamente esiste già). Dopo l'apertura al Pse e l'organizzazione del prossimo congresso proprio a Roma, l'anima più conservatrice , rappresentata dall'ex ministro dell'Istruzione Fioroni è emersa contestando questa scelta: "Un blitz pericoloso e grave, con cui viene meno l'atto fondativo del Pd". Un atto fondativo che escludeva l'adesione al Pse. Una posizione che Fioroni sottolinea in un tweet: "Lo scioglimento della Margherita è annullato di fatto".

Bisognerà capire se il Pd avesse previsto questo rischio, apparendo la scelta comunicativa di Fioroni e della sua ala molto forte in questo momento. Come se non bastasse, infine, sempre in giornata è giunta una manifestazione di sfiducia e distacco da parte del fondatore de facto del partito, quel Romano Prodi impallinato questa primavera proprio dalsuo partito, in occasione dell'elezione per il Presidente della Repubblica. Ha infatti annunciato che non prenderà parte alle prossime primarie del Pd di dicembre e che non darà il suo voto in quell'occasione.

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