Taxi gratis per chi beve troppo, flop a Jesolo: ragazzi lasciati a pochi chilometri dalla discoteca
Partita la sperimentazione, partite le polemiche. La nuova iniziativa promossa dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini prevede che fuori dalla discoteca, per chi ha bevuto troppo e risulta positivo all'alcol test, il taxi sia pagato con soldi pubblici. Si parte in piccolo, con sei discoteche e 60mila euro in tutto a disposizione. Anche se i critici hanno fatto notare che sembra quasi un incentivo a bere di più in modo da avere un passaggio gratis, e sarebbe meglio lavorare su prevenzione e consapevolezza del rischio, l'obiettivo della misura è tenere le ragazze e i ragazzi ubriachi lontani dal volante, fornendogli un modo gratuito per tornare a casa in sicurezza. A Jesolo, però, le cose sono andate diversamente.
Il Muretto di Jesolo, in Veneto, è una delle sei discoteche che ha aderito in questa prima fase sperimentale. Sabato sera, su circa 4mila persone che hanno frequentato il locale, sono stati circa 20 i giovani che hanno usufruito del servizio. La discoteca ha pagato loro la corsa in taxi, per poi farsi rimborsare dal ministero. Ma nessuno dei ragazzi è stato portato a casa.
Secondo quanto riportato, i passeggeri sono stati portati alla stazione degli autobus più vicina, o in piazze a pochi chilometri dalla discoteca. In questa fase, la convenzione prevede che i taxi possano fare al massimo "20 o 30 chilometri", per portare a casa i clienti. Ma in molti casi, i giovani sarebbero stati trasportati solo fino a una piazza a pochi chilometri dal locale, per poi essere lasciati lì. Non solo non sarebbero stati portati sotto casa, quindi, ma la corsa sarebbe servita solo a portarli poco distante, vicino al lungomare.
Il presidente della cooperativa dei tassisti di Jesolo, Lorenzo Fabris, a spiegato al Corriere del Veneto l'organizzazione: "Ci siamo dati tre punti di riferimento. Lo facciamo perché molti si fermano a fare colazione in centro dopo la discoteca". Un motivo diverso è stato citato da Samuele Bucciol, uno dei gestori del Muretto: "Abbiamo pensato di portare i ragazzi nelle piazze perché moltissimi si appoggiano ad amici che hanno la casa qui".
Insomma, resta il fatto che dei ragazzi usciti dalla discoteca dopo aver bevuto troppo nessuno è tornato a casa in taxi, ma semmai ha continuato la nottata in giro o ha aspettato un pullman. "Non è così che doveva andare, quando avevamo incontrato il ministro Salvini avevamo presentato questo progetto dei taxi ma i ragazzi dovrebbero essere portati a casa, non “vicino a casa”. Anche pochi metri fanno la differenza", ha affermato Patrizia Pisi, presidente dell’Avsil, associazione di famiglie delle vittime sulla strada.
Bucciol, del Muretto, ha promesso che ci saranno dei miglioramenti nel servizio man mano che la sperimentazione va avanti: "Intanto siamo partiti da qui, il servizio si può sempre migliorare. Siamo solo sei discoteche in Italia, è un progetto pilota, faremo di meglio, è un primo passo".