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Tav, Salvini avverte Conte e Toninelli: “Si deve andare avanti e non tornare indietro”

Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini lancia un avvertimento al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro Danilo Toninelli e a tutto il MoVimento 5 Stelle sulla Tav, un’opera che secondo il ministro dell’Interno deve “andare avanti”. “Dal punto di vista personale per me è meglio andare avanti e non tornare indietro”, afferma Salvini.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini lancia una sorta di avvertimento al MoVimento 5 Stelle e in particolare al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, sulla Tav. Opera che secondo il ministro dell’Interno deve andare avanti. Intervistato su Radio 24, Salvini afferma: “Dal punto di vista personale per me è meglio andare avanti e non tornare indietro. C’è da fare l'analisi costi-benefici: l'opera serve o no, costa di più bloccarla o proseguirla?”. E lo stesso ragionamento, secondo il ministro, va fatto anche su Tap e Terzo Valico.

A pensarla come lui sembra essere tutta la Lega. Il sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi, in un’intervista al Secolo XIX, spiega che per il Carroccio “le grandi opere sono fondamentali. Anche la Torino-Lione e il Terzo Valico”. “Ovviamente se ci sono modifiche che consentono da poter investire in altre infrastrutture, le accogliamo volentieri”, precisa Rixi spiegando che è possibile ottenere anche un grande risparmio: “Calcoliamo anche sopra il miliardo di euro. Migliorando il percorso, rendendolo meno impattante”. Dello stesso avviso anche il Partito Democratico con il suo segretario Maurizio Martina: “Due miliardi di euro di penali, il blocco di finanziamenti Eu, 4mila posti di lavoro a rischio. La follia del governo di bloccare la Torino-Lione la pagherà un Paese intero”, afferma riferendosi alla Tav.

Palazzo Chigi: ‘Dossier non è ancora sul tavolo'

Da Palazzo Chigi intanto si precisa che il dossier sulla Tav non è ancora al tavolo del presidente del Consiglio e quindi nessuna decisione è stata presa. Al momento il dossier è in mano al ministro competente, ovvero Danilo Toninelli, in fase istruttoria per valutare il rapporto tra costi e benefici. La soluzione sarà “in linea con quella contenuta nel contratto di governo”, sottolineano ancora dalla presidenza del Consiglio.

Dalla Francia però, il delegato generale del comitato francese Transalpine che promuove la Tav, Stephane Guggino, parla con l’Ansa di “confusione” in Italia. “Siamo venuti a sapere delle posizioni italiani. Seguiamo la situazione con grande attenzione, ma onestamente facciamo fatica a vederci chiaro, perché c’è tanta confusione”. “Siamo sinceramente desolati – prosegue – che un progetto di questa portata, al servizio dell'ecologia e dell'economia dei territori, si cancelli per delle considerazioni puramente politiche. Una cosa è certa: abbandonare il progetto costerà all'Italia tanti, tanti soldi”.

Salvini replica a Mattarella

Il vicepresidente del Consiglio commenta anche le parole del capo dello Stato sul ferimento di una bambina rom, avvenuto a Roma, con un piombino. “Nessuno vuole il far west in Italia, nessuno vuole pistole libere. Penso che Mattarella si riferisse ad altri, se il Corriere vuol farmi litigare ha trovato una persona sbagliata”, afferma Salvini.  “Con la legittima difesa – aggiunge – vorremmo permettere a chi legalmente, in maniera controllata e certificata, vuole detenere un'arma di difendersi se in piena notte trova qualcuno all'interno della propria casa”. E l’episodio della bimba rom “non c’entra niente con la legittima difesa, o è un matto o è un delinquente”, sostiene il ministro dell’Interno.

Le nomine Rai

Infine, Salvini si sofferma anche sulla partita per le nomine Rai di cui il governo sta discutendo in questi giorni. “Leggo che stanotte e anche l'altra notte ero a un vertice con Conte e Di Maio per spartirsi i tg Rai: sono tutte balle. Stiamo scegliendo le persone migliori, c’è una società di cacciatori di teste che ha valutato e certificato, faremo di tutto per valorizzare le risorse interne senza andare a prendere qualche messia altrove”. Il vicepresidente del Consiglio assicura che “non abbiamo parlato neanche per 20 secondi dei direttori dei tg, i 32 nomi usciti non sono stati oggetto di discussione”.

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