Tav, Erri De Luca assolto “perché il fatto non sussiste”
Ore 14.00 – Lo scrittore si recherà subito a Bussoleno, in Val Di Susa, dove – a prescindere dalla sentenza del Tribunale di Torino – aveva da tempo dato la disponibilità a partecipare a un'iniziativa organizzata dal Movimento No Tav. Intanto il suo avvocato Gianluca Vitale ha commentato: "La sentenza riporta le cose al loro posto, si può parlare anche di Tav. Bisogna che tutti capiscano che c'è un limite alla repressione, le opinioni devono essere lasciate libere. Anche Torino e la Val Susa sono posti normali".
UPDATE ore 13.40 – "E' stata impedita una ingiustizia, quest'aula è un avamposto sul presente prossimo". Sono state queste le prime parole pronunciate da Erri De Luca dopo la sentenza del Tribunale di Torino. Di tutt'altro tono il commento di Alberto Mittone, legale di Ltf, la società italo-francese che si è occupata del progetto e delle opere preparatorie della Torino-Lione e che nel settembre 2013 aveva denunciato Erri De Luca per le interviste in cui sosteneva che la Tav Torino-Lione "va sabotata". "Rispettiamo la decisione del giudice, non ne faremo una battaglia campale, ma nei momenti di tensione sociale ci sono dei limiti che soprattutto gli intellettuali dovrebbero rispettare".
UPDATE ore 13.20 – Erri De Luca è stato assolto perché il "fatto non sussiste". La sentenza è stata accolta dall'applauso e dalla gioia dei numerosi militanti No Tav presenti in aula. Anche Christiane Taubira, ministro della Giustizia francese, ha pubblicato ieri un messaggio di solidarietà con Erri De Luca, citando Tennessee Williams: "Quando tutto sarà scomparso dietro l'ultimo sole resterà la sottile voce dell'uomo".
E' il giorno della verità per Erri De Luca. In un'aula gremita all'inverosimile da attivisti del Movimento No Tav lo scrittore campano conoscerà la sentenza del processo a suo carico, sentenza che verrà pronunciata dal giudice Immacolata Iadeluca. Come è noto lo scrittore è accusato dalla Procura di Torino di "istigazione a delinquere" per aver dichiarato, in un'intervista rilasciata all'Huffington Post il primo settembre 2013, che la linea ad alta velocità (da De Luca rinominata "a modesta accelerazione") "va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti". Nei confronti dello scrittore i pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino hanno chiesto una condanna a 8 mesi.
De Luca: "Sarei in quest’aula anche se non fossi io lo scrittore incriminato"
Erri De Luca è presente in aula, come accaduto in tutte le altre udienze del processo a suo carico: prima di arrivare ha dato diffusione, attraverso la sua fondazione, di un lungo commento alla sua vicenda giudiziaria: "Sarei presente in quest’aula anche se non fossi io lo scrittore incriminato per istigazione. Aldilà del mio trascurabile caso personale, considero l’imputazione contestata un esperimento, il tentativo di mettere a tacere le parole contrarie. Perciò considero quest’aula un avamposto affacciato sul presente immediato del nostro paese. Svolgo l’attività di scrittore e mi ritengo parte lesa di ogni volontà di censura. Sono incriminato per un articolo del codice penale che risale al 1930 e a quel periodo della storia d’Italia. Considero quell’articolo superato dalla successiva stesura della Costituzione della Repubblica. Sono in quest’aula per sapere se quel testo è in vigore e prevalente o se il capo di accusa avrà potere di sospendere e invalidare l’articolo 21 della Costituzione".
De Luca: "Se quello che ho detto è reato, l’ho ripetuto e continuerò a ripeterlo"
De Luca ha aggiunto: "Ho impedito ai miei difensori di presentare istanza di incostituzionalità del capo di accusa. Se accolta, avrebbe fermato questo processo, trasferito gli atti nelle stanze di una Corte Costituzionale sovraccarica di lavoro, che si sarebbe pronunciata nell’arco di anni. Se accolta, l’istanza avrebbe scavalcato quest’aula e questo tempo prezioso. Ciò che è costituzionale credo che si decida e si difenda in posti pubblici come questo, come anche in un commissariato, in un’aula scolastica, in una prigione, in un ospedale, su un posto di lavoro, alle frontiere attraversate dai richiedenti asilo. Ciò che è costituzionale si misura al pianoterra della società. Inapplicabile al mio caso le attenuanti generiche, se quello che ho detto è reato, l’ho ripetuto e continuerò a ripeterlo".
De Luca: "Il verbo sabotare utilizzato anche da Gandhi e Mandela"
Lo scrittore ha dunque chiosato: "Sono incriminato per avere usato il verbo sabotare. Lo considero nobile e democratico. Nobile perché pronunciato e praticato da valorose figure come Gandhi e Mandela, con enormi risultati politici. Democratico perché appartiene fin dall’origine al movimento operaio e alle sue lotte. Per esempio uno sciopero sabota la produzione. Difendo l’uso legittimo del verbo sabotare nel suo significato più efficace e ampio. Sono disposto a subire condanna penale per il suo impiego, ma non a farmi censurare o ridurre la lingua italiana. ”A questo servivano le cesoie” : a cosa? A sabotare un’opera colossale quanto nociva con delle cesoie? Non risultano altri insidiosi articoli di ferramenta agli atti della mia conversazione telefonica. Allora si incrimina il sostegno verbale a un’azione simbolica? Non voglio sconfinare nel campo di competenza dei miei difensori. Concludo confermando la mia convinzione che la linea di sedicente alta velocità in Val di Susa va ostacolata, impedita, intralciata, dunque sabotata per la legittima difesa della salute, del suolo, dell’aria, dell’acqua di una comunità minacciata. La mia parola contraria sussiste e aspetto di sapere se costituisce reato".