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Tasse, scontro tra governo e Ragioneria dello Stato sulla delega fiscale

La Ragioneria dello Stato ha depositato in Senato un documento tecnico che contiene rilievi e osservazioni sulla delega fiscale del governo. La firma è del Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta, che l’esecutivo ora vorrebbe sostituire.
A cura di Annalisa Cangemi
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La delega fiscale non convince la Ragioneria dello Stato. Un documento depositato venerdì in Senato, firmato da Biagio Mazzotta, il Ragioniere generale dello Stato che la premier Meloni vorrebbe sostituire, contiene trenta pagine di rilievi sulla delega fiscale del governo, arrivata in commissione Finanze nei giorni scorsi dopo l'ok della Camera, dove il testo ha subito nuove modifiche.

Dall'alleggerimento delle tredicesime per produttività e straordinari alla cancellazione delle micro-tasse, fino alla rateizzazione mensile degli acconti per i lavoratori autonomi: molte delle novità introdotte con emendamenti alla delega fiscale non sono al momento quantificabili e dovranno trovare la necessaria copertura al momento dell'attuazione, quando saranno stati definiti i dettagli con i decreti delegati. Senza risorse tutte le misure rischiano di rimanere semplicemente dichiarazioni d'intenti. È un punto che viene sottolineato più volte nella relazione tecnica che è stata inviata al Senato.

La Ragioneria dello Stato analizza le molte modifiche introdotte e spesso indica il criterio dell'invarianza di gettito contenuto nell'articolo finale, il 20, della delega fiscale. Tra le novità introdotte, per quanto riguarda l'Irpef, c'è il superamento della flat tax incrementale in favore di un alleggerimento della tredicesima, per agevolare le retribuzioni sia degli straordinari sia dei premi di produttività. "Le disposizioni così come formulate – spiega la Ragioneria – al momento risultano indeterminate e pertanto non possono essere quantificate. Si evidenzia tuttavia che trattandosi di misure agevolative, determinano una perdita di gettito la cui valutazione in termini complessivi potrà essere effettuata soltanto in sede di attuazione di tutti gli interventi previsti dal disegno di delega". Secondo la Ragioneria i decreti delegati dovranno avere un'attenta relazione tecnica con gli impatti sui conti e le misure di copertura.

Sulle misure che riguardano il mondo del lavoro autonomo e d'impresa la Ragioneria si concentra sulle novità riguardanti la rateizzazione prevista degli acconti Irpef e sulla eventuale riduzione delle ritenuta d'acconto. Nel primo caso, sulle rate, si osserva che "la disposizione non determinerebbe effetti solo nel caso in cui il versamento delle imposte da mensilizzare avvenisse entro la medesima annualità", mentre invece ora l'ipotesi prevede anche la rateizzazione del secondo acconto, quello di novembre.

Per la ritenuta d'acconto, invece, si ritiene necessaria la copertura solo per il primo anno, visto che poi il gettito arriverebbe l'anno successivo. La relazione della Ragioneria, comunque, individua anche casi in cui gli incassi, con le modifiche introdotte, potrebbero aumentare. È il caso della previsione di una tassa minima nazionale sulle multinazionali – definita giornalisticamente web tax – da applicare in funzione di una bassa tassazione nonostante la presenza sul territorio nazionale. "Un effetto finanziario virtuoso" non viene escluso, poi, anche dalle norme che, di fatto, introducono una maggiore stretta sui giochi illegali e sulle ludopatie.

Si moltiplicano intanto i rumors su una possibile sostituzione di Biagio Mazzotta, anche se il governo lo ha confermato a inizio anno. A confermare l'esistenza di un ‘caso Mazzotta', visti gli attriti tra Ragioneria dello Stato e Palazzo Chigi, è la parlamentare di Avs Luana Zanella: "Il ruolo di Ragioniere generale dello Stato è una tra le massime garanzie di equilibro dello Stato. Sì parla di una sostituzione di Biagio Mazzotta con una persona più legata ai metodi dell’esecutivo. Si tratta di un passo pericoloso, il ministro Giorgetti smentisca queste voci". Ma dal governo al momento tutto tace.

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