Tasse, Salvini: “Governo ladro, dopo il lockdown nessun rinvio. Aiuteremo chi non può pagare”
"Oggi 5 milioni di lavoratori italiani (soprattutto Partite Iva) dovranno pagare 8mld di tasse, senza sconti e senza rinvii. Dopo quattro mesi di chiusura… Incredibile. Aiuteremo chi non potrà pagare, non per malafede o cattiva volontà, ma per difficoltà vera". Lo ha scritto sui social il segretario della Lega Matteo Salvini, aggiungendo l'hashtag ‘#governoladro'. Il riferimento è alla mancata proroga delle scadenze fiscali.
Da oggi lunedì 20 luglio tutti i titolari di partiva Iva, professionisti e imprese dovranno infatti versare il saldo 2019 e il primo acconto del 2020. Si parla di 4,5 milioni di contribuenti, per un gettito stimato di 8,4 miliardi di euro. Un primo rinvio era stato già disposto dal 30 giugno al 20 luglio. Da qui a fine luglio ci saranno 246 scadenze fiscali, sommando quelle già previste e quelle che si sono accumulate per i rinvii decisi nella fase acuta dell'emergenza coronavirus. I commercialisti stanno valutando uno sciopero, e hanno lanciato un appello al governo: "Di fronte alle ripetute e più che motivate richieste di proroga dei versamenti del 20 luglio avanzate dai commercialisti, il Governo ha opposto un no che sembra al momento irrevocabile, oltre che incomprensibile. Non era l'esito al quale volevamo arrivare, ma a questo punto diventa per noi inevitabile valutare concrete azioni di protesta della categoria, tra le quali non escludiamo lo sciopero".
Ma il no alla proroga è arrivato per preservare le casse dello Stato: da queste tasse è atteso un gettito di 8,4 miliardi e l'Italia, spiega il governo, non può permettersi di rimandare tutto a settembre. Inoltre, come ha spiegato anche il viceministro Antonio Misiani, il rinvio avrebbe comportato un "grande ingorgo fiscale". Senza considerare la nota d'aggiornamento al Def: è stato il sottosegretario Villarosa a chiarire che un'altra proroga inciderebbe "sull'elaborazione delle previsioni delle imposte autoliquidate della Nota di aggiornamento al DEF che, come noto, deve essere presentata al Parlamento entro la fine del mese di settembre". Misiani lo ha ricordato in un'intervista di oggi rilasciata a ‘La Stampa': "Abbiamo bisogno di dati attendibili sulle entrate fiscali del 2020 per poter preparare la nota d'aggiornamento al Def e non avere solo stime scritte sulla sabbia".
Poi, a Radio 24, ha aggiunto: "Il rinvio delle tasse a settembre avrebbe aggravato la situazione, a settembre abbiamo rinviato versamenti di marzo-aprile-maggio. Ci vuole ordine, necessaria una riforma del Fisco, speriamo nella legge di bilancio. Il governo ha fatto molti interventi per le piccole e medie #imprese. Nel 2020 taglio di tasse 7 miliardi e mezzo, eliminata Irap e crediti di affitti e sanificazione, no Imu per alberghi, no plastitax e sugartax – ha aggiunto Misiani- Chi non paga le tasse il 20 luglio ma le paga entro il 20 agosto la differenza è solo 0,4%, su 1000 euro si pagheranno 1004, ascolteremo altre proposte anche dell'opposizione",