Tasse, dal 2025 ci sarà più tempo per pagare i debiti con il Fisco: le novità
Tempi più lunghi per chi ha un debito con il Fisco e vuole rimettersi in regola: dal 1° gennaio 2025, i contribuenti che dicono di trovarsi in difficoltà economica potranno ottenere una divisione in fino a 84 rate mensili, quindi sette anni di tempo. Per chi può dimostrare di essere effettivamente in una situazione complicata dal punto di vista economico, il limite salirà invece a 120 mesi, quindi dieci anni. Lo ha annunciato il viceministro dell'Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, dopo che oggi è stato pubblicato un decreto ministeriale che stabilisce gli ultimi dettagli per la messa in pratica della riforma della riscossione varata a luglio.
"A partire dal primo gennaio 2025", ha fatto sapere Leo, "i contribuenti potranno dilazionare i debiti iscritti a ruolo con il fisco fino a 84 rate mensili, superando l'attuale limite di 72". Questo numero riguarda coloro che hanno un debito fino a 120mila euro, e dichiarano – senza però fornire documenti che lo dimostrano – di essere in difficoltà con i pagamenti. In buona sostanza, è un'opzione che avranno tutti coloro che dicono di avere bisogno di tempi più lunghi per mettersi in regola.
Diversa sarà invece la questione per chi può dimostrare di essere in una situazione di difficoltà economica. In questo caso, che il debito sia più alto o più basso di 120mila euro, si potrà avere accesso alla dilazione in 120 rate mensili, e quindi si potranno avere dieci anni di tempo per saldare i conti.
Anche per chi non "dimostra" la difficoltà, ma semplicemente la "dichiara", nei prossimi anni diventerà possibile accedere a tempi sempre più lunghi. Nel 2025 e 2026 il tetto sarà fissato a 84 rate mensili, come detto. Nel 2027 e 2028 si passerà invece a 96 rate, ovvero otto anni. E dal 2029 in poi si potranno saldare i propri debiti con l'Agenzia in nove anni sulla base della dichiarazione: 108 rate mensili.
Come si farà a "dimostrare" la obiettiva difficoltà economica? Per le persone fisiche e le partite Iva sarà tenuto in conto l'Isee familiare. Così, il numero di rate sarà calcolato sulla base del rapporto tra l'Isee e il debito. In più, sarà automaticamente considerato in difficoltà chi è coinvolto in una calamità naturale, un'alluvione, un incendio, un terremoto o qualunque altro tipo di catastrofe, se questa ha reso impossibile andare nella casa in cui vive o nel luogo in cui lavora.
Leo ha affermato, nella nota, che questo permetterà "a cittadini e imprese di gestire al meglio le pendenze pregresse con il Fisco". Infatti, ha detto, "il nostro obiettivo è rendere il sistema fiscale più vicino ai contribuenti. È lo Stato che tende la mano a quei cittadini che, nonostante le difficoltà, vogliono tornare ad essere in regola".
La stessa riforma della riscossione ha anche stabilito che, se la riscossione del debito non inizierà entro i cinque anni, questo sarà "discaricato", cioè sarà restituito dall'Agenzia delle Entrate all'ente creditore (che può essere lo Stato, o un Comune, ad esempio). Questo è un modo per ridurre il ‘magazzino' di debiti non pagati di cui il Fisco deve occuparsi: sulla carta sono circa 1.200 miliardi di euro, di cui la gran parte però è in realtà ormai impossibile da recuperare. Per questo, il governo ha creato una commissione apposita "incaricata di analizzare il magazzino" per "proporre soluzioni legislative che evitino l'accumulo di crediti fiscali non riscossi"