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Tamponi gratis: governo contrario, ma pensa a credito imposta per imprese che li pagano a dipendenti

È quindi corsa ai tamponi per chi non si vuole vaccinare e nei giorni scorsi alcune forze politiche e sindacali hanno insistito perché il governo intervenisse per rendere gratuiti i test o almeno abbassare ulteriormente il prezzo di quelli calmierati. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, però resta nettamente contrario all’idea. Piuttosto, si valuta di ampliare il credito di imposta per quelle imprese che decidono di pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati. Per ora, però, nulla è deciso.
A cura di Annalisa Girardi
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Cambiano le regole sul Green Pass, che da oggi diventa obbligatorio su tutti i luoghi di lavoro. Per entrare in fabbrica o in ufficio, insomma, servirà la Certificazione Covid. È quindi corsa ai tamponi per chi non si vuole vaccinare e nei giorni scorsi alcune forze politiche e sindacali hanno insistito perché il governo intervenisse per rendere gratuiti i test o almeno abbassare ulteriormente il prezzo di quelli calmierati.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, però resta nettamente contrario all'idea che lo Stato metta a disposizione tamponi gratuiti per i lavoratori non vaccinati. Questo per due ragioni: perché significherebbe mettere in qualche modo in discussione l'idea della campagna vaccinale come via maestra per tenere sotto controllo l'emergenza Covid, ma anche perché per lo Stato vorrebbe dire farsi carico di un costo di alcune centinaia di milioni di euro al mese.

Lo stesso ragionamento varrebbe anche per un ulteriore abbassamento dei prezzi calmierati. Piuttosto, si valuta di ampliare il credito di imposta per quelle imprese che decidono di pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati, facendosi quindi carico del costo in modo che non ricada sui lavoratori, ma anche per prevenire rallentamenti e intoppi all'attività a causa delle assenze dei dipendenti sprovvisti di Certificazione Covid. Ad ogni modo, il credito potrebbe essere allargato al 50%, ma ancora nessuna decisione è stata presa.

Decisione che vede schierate da parti opposte le parti sociali e le imprese: i sindacati infatti continuano a chiedere che siano le imprese a pagare i tamponi ai dipendenti, mentre Confindustria si dice ovviamente contraria. In mezzo il governo, che pur lavorando alla proposta di credito d'imposta per le aziende, in modo che si assumano loro il costo dei test, rimane fermo nelle sue decisioni e non cede alle pressioni dei No Green Pass. Nessun rinvio, quindi, sulla data dell'entrata in vigore delle nuove regole e nessun cambiamento, per ora, per quanto riguarda il costo dei tamponi. L'attenzione su quanto accadrà oggi, dopo gli annunci di blocchi e proteste, però è alta.

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