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Tamponi Covid a chi arriva dalla Cina, il ministro Schillaci: “Speriamo non ci siano nuove varianti”

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dato alcuni chiarimenti sulla nuova misura per prevenire nuovi contagi dalla Cina. Chi arriva dal Paese farà un tampone, i positivi saranno messi in quarantena. I tamponi positivi saranno sequenziati per capire se ci sia una nuova variante.
A cura di Luca Pons
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"Le persone eventualmente trovate positive saranno messe in quarantena, ci organizzeremo con le Regioni. Al momento non ci sono motivi di preoccupazione e non stiamo pensando ad altre misure, se poi emergessero dei problemi ci attiveremo tempestivamente per assicurare la salute pubblica". Orazio Schillaci, ministro della Salute, ha commentato così l'ordinanza con cui ha reso obbligatorio fare un tampone per chi arriva dalla Cina in Italia.

"Abbiamo fatto un'ordinanza del ministero perché è fondamentale, nel caso di un tampone positivo, sequenziarlo e vedere quali sono le varianti presenti", ha specificato Schillaci. Il rischio, infatti, è che le persone provenienti dalla Cina – dove c'è stato un boom di positivi al Covid nelle ultime settimane – siano contagiate con varianti diverse da quelle già presenti in Italia e in Europa. In quel caso, bisognerebbe capire i loro effetti e la loro eventuale resistenza ai vaccini effettuati. "Noi siamo molto tranquilli e speriamo che le varianti siano varianti già presenti sul territorio nazionale, sarebbe un dato molto confortante", ha detto il ministro.

"Questo aumento di incidenza in Cina è stato legato al fatto che dopo un lungo periodo di lockdown c'è stato un improvviso allentamento delle misure, oltretutto i vaccini cinesi evidentemente sono stati poco efficaci e quindi pensiamo che ci sia un grande numero di contagi in Cina", ha continuato Schillaci. La Cina, effettivamente, negli ultimi giorni ha cambiato radicalmente le proprie politiche sul Covid.

"Oggi i dati non sono pubblicati dalle autorità cinesi, quindi per maggiore sicurezza saremo i primi in Europa a fare questo tipo di attività". Lo scopo, secondo quanto detto dal ministro del governo Meloni, "è soprattutto capire se, in caso di positività, le varianti sono le stesse già presenti nel territorio nazionale, contro le quali i vaccini danno un'ottima copertura, per evitare malattia grave ed ospedalizzazioni".

L'Italia è stato il primo Paese dell'Unione europea ad adottare una misura di questo tipo, ma il governo si è mosso per chiedere all'Europa uno sforzo coordinato. In particolare, secondo fonti del ministero dei Trasporti, il ministro Matteo Salvini avrebbe contattato la commissaria europea per i Trasporti Adina Valean. Salvini avrebbe chiesto che "controlli ed eventuali limitazioni" siano applicati "a livello continentale per evitare arrivi in Italia da aeroporti di altri Paesi".

"Abbiamo mandato anche una lettera al commissario europeo per la Salute", ha spiegato Schillaci, "per far presente che abbiamo preso questo provvedimento e che sarebbe molto utile avere iniziative simili su tutto il territorio europeo. Ci sono dei passeggeri che arrivano dalla Cina, ma altrettanti passeggeri cinesi arrivano facendo scalo nei Paesi dell'area Schengen, quindi è importante che sia un'iniziativa condivisa".

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