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News su migranti e sbarchi in Italia

Tajani insiste: “Ong portino i migranti in Germania”. Ma la legge impone lo sbarco nel primo porto sicuro

Dalla convention di Forza Italia a Paestum Tajani sferra un nuovo attacco alla Germania: “Non sarebbe più logico che chi finanzia, poi le porti nel proprio Paese?”. Ma quanto chiede il governo italiano violerebbe il diritto internazionale.
A cura di Annalisa Cangemi
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La polemica tra Roma e Berlino sui migranti non accenna a placarsi. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani insiste sull'attacco alle Ong e al governo tedesco, sulla falsariga di quanto detto oggi pomeriggio dalla premier Meloni su Berlino. 

"Con la Germania ci sono interessi comuni", "poi ci sono governi, come quello attuale, che possono avere una visione diversa dalla nostra per esempio sui migranti. Il Parlamento tedesco ha finanziato delle Ong perché salvino immigrati in mare ma poi dove li portano? In Italia. Non sarebbe più logico che chi finanzia, poi le porti nel proprio Paese? Ieri c'erano sette navi tedesche vicino Lampedusa: siamo tutti per salvare migranti in mare, ma se le Ong tedesche salvano migranti allora è giusto che li portino in Germania", ha detto il ministro degli Esteri, e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, durante la tre giorni di festa nazionale del partito in corso a Paestum, in Campania.

La posizione del vicepremier è sostenuta anche dal capo del Ppe, Manfred Weber, che su X scrive: "Azioni unilaterali e non coordinate, come quelle delle navi delle Ong tedesche che trasportano i migranti nei porti italiani, non avvicinano l'accordo sulla riforma dell'immigrazione. Possiamo ridurre l'immigrazione illegale solo se lavoriamo insieme. Tutti i Paesi devono compiere uno sforzo per lavorare sull'adozione del Patto sulla migrazione". 

Ieri le Ong sono state anche la pietra del contendere durante la riunione dei ministri degli Interni a Bruxelles, nella quale è arrivato il disco verde da parte della Germania per l'ultima parte del Patto migrazione e asilo su cui il Consiglio non ha ancora adottato la sua posizione negoziale. Parallelamente si è registrata la marcia indietro dell'Italia sulle concessioni fatte a Berlino sul ruolo delle Ong che salvano i migranti in mare.

Per la premier Meloni quell'emendamento sulle Ong è stato "un passo indietro", per questo il governo ha presentato un nuovo emendamento in cui si specifica che "il Paese responsabile dell'accoglienza dei migranti che vengono trasportati sulla nave di una Ong è quello della bandiera della nave".

Perché le Ong non possono portare i migranti in Germania, come chiede il governo

Ma quello che chiede il governo italiano, cioè che una nave battente bandiera tedesca come nel caso di alcune Ong, si occupi dei salvataggi e poi porti i migranti in Germania, in realtà non si può attuare, per almeno due ragioni.

La prima è che secondo le norme internazionali, in questo caso secondo la Convenzione di Amburgo del 1979, i migranti salvati in mare in realtà devono essere condotti al più presto nel primo "porto sicuro" disponibile, quindi quello più vicino geograficamente. È evidente che un salvataggio effettuato nei pressi Lampedusa non possa chiudersi con uno sbarco in Germania, perché questo metterebbe a rischio la vita dei migranti.

Inoltre il regolamento di Dublino, ancora in vigore, stabilisce che la domanda di protezione internazionale da parte di un migrante debba essere esaminata dal Paese di primo approdo. Secondo Tajani, e secondo la premier Meloni, quindi il regolamento di Dublino andrebbe applicato anche a bordo delle navi: in pratica se un salvataggio viene effettuato da Sea Watch allora in teoria quell'imbarcazione, battente bandiera tedesca, andrebbe già considerata territorio tedesco.

Ma le cose non stanno affatto così, e lo conferma anche una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che nel 2012 si espresse sul caso Hirsi, condannando l'Italia per la politica dei respingimenti in mare voluta dal governo Berlusconi. In pratica solo a sbarco ultimato, e quindi una volta a terra, scattano le norme dell'accordo di Dublino, che non vale quindi a bordo delle navi.

Mollicone dice che il governo vuole evitare i salvataggi, poi ritratta

Federico Mollicone, responsabile Cultura di Fratelli d'Italia, in un'intervista a Piazzapulita, aveva già esplicitato la posizione di Palazzo Chigi: "È un problema diplomatico che una nazione europea finanzi una Ong, quando il governo italiano sta facendo una politica di dissuasione dei salvataggi in mare". Poi però ha ritrattato, chiarendo il suo punto di vista, e ammorbidendo le dichiarazioni iniziali: "I salvataggi di esseri umani vanno fatti sempre e comunque, come prevede la legge del mare. Specifico che intendevo dire che i salvataggi dei naufraghi e di chi è in pericolo sono un dovere umano prima che legale. Mi riferivo ovviamente all'attività di favoreggiamento dell'immigrazione illegale fatta da alcune Ong con il pretesto di salvataggi che in realtà non sono avvenuti. Il 95% dei salvataggi è stato fatto dagli apparati dello Stato italiano, a dimostrazione del ruolo residuale delle Ong".

Il deputato di Fdi Mollicone ha poi spiegato che "il servizio di Piazzapulita, come al solito, riporta, estrapolandola dal contesto, una mia frase".

"Sono contenuti parziali – ha aggiunto – rispetto a un ragionamento pi ùampio sul ruolo delle Ong come ‘pull factor' e dell'immigrazione clandestina come fattore geopolitico".

"Non rilascerò più interviste a Piazzapulita – ha concluso Mollicone – dove non viene permesso di spiegare il proprio pensiero, che viene artatamente montato per mostrare contenuti parziali e distorti, con veri e propri ‘agguati'". 

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