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Tajani in Egitto: “L’Italia è disponibile ad avere più migranti legali, pensiamo a borse di studio”

“Siamo disponibili ad avere più migranti legali, anche provenienti dall’Egitto. Pensiamo di poter fare iniziative comuni universitarie con borse di studio per la formazione”: lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in visita in Egitto.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in visita istituzionale in Egitto, dice che l'Italia è disposta ad accogliere più migranti legali. In conferenza stampa dopo l'incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi, il vicepremier e titolare della Farnesina ha detto: "Dobbiamo lavorare insieme per affrontare le grandi emergenze del momento, soprattutto nell'area del Mediterraneo. A cominciare, per quanto riguarda l'Italia, dal fenomeno dell'immigrazione. Sappiamo l'azione che svolge l'Egitto, che blocca partenze di immigrati illegali. Ma poi, magari, ci sono persone che si muovono illegalmente. Ho ribadito che siamo disponibili ad avere più migranti legali, anche provenienti dall'Egitto".

In tal senso, ha aggiunto, si pensa anche a delle borse di studio universitarie: "Pensiamo di poter fare iniziative comuni universitarie con borse di studio per la formazione".

Il ministro ha anche parlato della situazione in Libia, sottolineando come serva al più presto una soluzione. "Ancora oggi ci sono segnali di forti tensioni. Noi vogliamo che si arrivi ad una accordo fra le parti per avere elezioni parlamentari e l'elezione del presidente della Repubblica. Su questo tema è importante che ci sia una collaborazione tra tutte le grandi realtà che seguono con attenzione la Libia e l'Egitto è un Paese molto importante con il quale confrontarci per trovare i giusti e positivi risultati in Libia", ha detto.

Per poi aggiungere che una soluzione al problema libico è anche fondamentale nell'ottica del contrasto al traffico illegale di esseri umani. Tajani è anche tornato sul caso Regeni, affermando di aver ricevuto rassicurazioni da Al-Sisi, sull'indagini per l'omicidio del ricercatore italiano, così come sul processo a Patrick Zaki. "Ho chiesto e ricevuto rassicurazioni per forte collaborazione sui casi Regeni e Zaki", ha detto il ministro, affermando anche che dalla parte egiziana "non c'è stata nessuna reticenza".

Quindi ha concluso: "È un tema molto sensibile in Italia. Ho chiesto ancora collaborazione da parte egiziana. Sia il presidente sia il ministro degli Esteri mi hanno assicurato la volontà dell'Egitto di rimuovere gli ostacoli che possono creare problemi. Il problema è stato sollevato dal presidente, il quale mi ha detto che è intenzione dell'Egitto risolvere il problema".

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