Tajani: “Il nostro obiettivo è l’esercito europeo. E continueremo supporto militare all’Ucraina”

"L'obiettivo finale è quello di avere un esercito comune" europeo, ha detto Antonio Tajani dopo il summit del Partito popolare europeo ai cronisti. Ancora una volta quindi Forza Italia ribadisce la sua posizione, completamente opposta a quella della Lega. E a proposito della distanza con il Carroccio, il ministro degli Esteri ha ribadito: "Siamo leali con i nostri alleati, ma non intendiamo rinunciare a nulla di ciò che riguarda i nostri valori. Quindi sull'appartenenza all'Unione europea non si tratta".
"Noi continuiamo a lavorare perché ci sia una vera difesa europea, quelli che stiamo compiendo sono i primi passi. L'obiettivo finale è quello di avere un esercito comune, ma ci vogliono decenni prima di arrivare a questo obiettivo, che era il sogno di De Gasperi, il sogno di Berlusconi. Stiamo andando in quella direzione", ha detto Tajani.
A chi gli ricordava le dure critiche di Salvini a questa linea, il segretario di FI ha risposto: "Io sono assolutamente convinto che avesse ragione De Gasperi e che avesse ragione Berlusconi. Lo ribadisco, noi siamo leali al governo, siamo leali con i nostri alleati, ma non intendiamo rinunciare a nulla di ciò che riguarda i nostri valori. Quindi sull'appartenenza all'Unione europea non si tratta. Sull'Europa non si tratta. Se questo governo fosse contro l'Unione europea io non farei parte di questo governo".
Tajani poi ha aggiunto che "fortunatamente il presidente del Consiglio ha avuto una posizione sempre positiva nei confronti dell'Europa". Allora è stato inevitabile ricordargli che, solo ieri, la premier ha attaccato duramente il manifesto di Ventotene, leggendone alcune frasi fuori contesto per farlo passare come un testo che inneggia alla dittatura.
"Spinelli aveva una posizione politica diversa dalla mia, ma riconosco l'importanza del suo ruolo. Meloni non ha mai detto una parola contro Spinelli, ha criticato alcuni contenuti del manifesto di Ventotene", ha detto il leader di FI.
Pressato dai giornalisti, Tajani ha sminuito la questione: "Mi pare un dibattito di lana caprina, è stata una tempesta in un bicchiere d'acqua, perché poi è un documento scritto nel 1941, in un contesto particolare, quindi mi pare che sia un po' eccessivo mettersi a discutere". Parole che, però, avrebbero potuto benissimo essere rivolte a Meloni, che per prima ha scelto di sollevare la polemica sul manifesto.
Infine, Tajani ha commentato i negoziati tra Usa, Russia e Ucraina per il raggiungimento di una tregua. L'Europa finora è rimasta fuori, ma il ministro ha detto di non essere preoccupato: "Siamo a una fase di pre-trattativa, dove c'è un dialogo degli americani con i russi e con gli ucraini".
Insomma, "non c'è ancora una trattativa per il cessate il fuoco o per la pace" Poi, quando ci sarà una trattativa, "si vedrà cosa si farà. Le condizioni non le detta Putin, bisogna trovare un accordo". E l'Europa "dovrà per forza essere al tavolo, in quanto ha imposto sanzioni alla Russia, e se le sanzioni faranno parte della trattativa dovranno discutere con chi le ha poste".