Tajani e Crosetto sulle missioni internazionali dell’Italia: “Sostegno a Kiev è priorità del governo”
I ministri di Esteri e Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto, sono intervenuti per dare comunicazioni sulle missioni internazionali alle commissioni riunite di Camera e Senato. Il vicepremier le ha definite "strumenti necessari", a maggior ragione visto il contesto geopolitico che conta numerosi fuochi di crisi. "Le missioni sono sempre più necessarie in un mondo così complesso e danno forza all'Italia. Il sostegno a Kiev rimane una priorità del governo. Lo ha ribadito la premier a Kiev. Noi non siamo in guerra contro la Russia ma difendiamo l'Ucraina, dobbiamo evitare l'escalation, lavoriamo per la pace che però non deve essere la resa dell'aggredito", ha poi aggiunto Tajani, sottolineando "il ruolo fondamentale dell'Italia all'interno della Nato".
Continuando a parlare dell'Alleanza atlantica, il ministro degli Esteri ha anche detto che in vista del vertice di Washington previsto per luglio "l'Italia continuerà a lavorare affinché ogni direttrice strategica riceva la necessaria attenzione, compreso il fianco Sud dell'Alleanza". Non solo Nato, però. Secondo Tajani è importante che l'Ue istituisca il commissario europeo per la Difesa, in modo che l'Unione "possa attrezzarsi e agire da protagonista".
Sulla situazione in Medio Oriente – per cui dal Partito democratico hanno chiesto al governo chiarezza circa le misure adottate per favorire il cessate il fuoco, Tajani ha spiegato: "Ho invitato il ministro degli Esteri Ysrael Katz a evitare azioni che alimentino le tensioni, ma purtroppo il Ramadan è iniziato senza il cessate il fuoco. L'Italia è in prima linea dal punto di vista umanitario, stiamo lavorando per il progetto Food for Gaza e siamo impegnati nel medio periodo sulla ricostruzione".
In generale il ministro ha fatto sapere che al momento sono pienamente operative 13 missioni civili dell'Ue, in Africa, in Medio Oriente, ma anche nei Balcani e in Europa orientale. Il ministro Crosetto, invece, ha sottolineato che per quanto riguarda l'Italia entro l'anno saranno complessivamente "36 schede missioni con una media di poco superiore a 7.500 militari di previsto impiego e un contingente massimo autorizzato di 12mila, per un impegno che comporta un onere finanziario complessivo pari a circa 1 miliardo e 410 milioni di euro",
Il co-fondatore di Fratelli d'Italia, da parte sua, ha sottolineato come l'industria della Difesa sia particolarmente sotto pressione a causa della Russia: "Mosca ha riconvertito completamente l'economia in un'economia di guerra, reinvestendo gli introiti delle immense risorse minerarie nell'industria della Difesa. Ci confrontiamo su uno scenario di questo tipo. La Russia non ha alcuna intenzione di ridurre la sua produzione militare né di smettere di bombardare". Crosetto ha affermato di "escludere un impegno diretto dell'Italia nel conflitto tra Russia e Ucraina, che genererebbe una reazione incontrollata". Ma ha aggiunto: "Difendere l'Ucraina vuol dire difendere la pace e la nostra stabilità. Inoltre la crescente assertività di Cina e Corea del Nord preoccupano non poco. Tutti questi cambiamenti vanno considerati parte di un quadro più complesso. La pace e la stabilità sono sempre più a rischio e non sono permesse distrazioni con neutralismi di maniera".
Il ministro ha concluso parlando di una revisione delle leggi sulle missioni internazionali: "Il Paese deve essere al passo coi tempi e affrontare con rapidità ed efficienza le crisi internazionali. La Difesa deve potere contare su processi decisionali flessibili, rapidi ed efficaci e generare velocemente forze pronte. Dobbiamo rivedere i complessi meccanismi su cui si basa la legge 145/2016 che ormai dopo 8 anni dalla sua introduzione sta mostrando alcuni limiti".