Tajani dice che la Nato è pronta a parlare con Putin: “Lavoriamo per una pace giusta per l’Ucraina”
Il governo ieri ha dato il via libera al decreto che proroga a tutto il 2023 l'autorizzazione all'invio di aiuti militari all'Ucraina. Si prepara quindi al sesto invio di forniture, che arriverà a gennaio. Nel testo, votato all'unanimità in Cdm, c'è la proroga "dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell’Ucraina", che sarà valida fino al 31 dicembre 2023. Tra le forniture ci saranno anche sistemi missilistici di difesa aerea.
"L'Italia continuerà a seguire la linea di Nato e Ue perché l'unità è la nostra forza per consentire a Kiev di negoziare una pace giusta", ha commentato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un'intervista a Repubblica, l'apertura negoziale a Mosca del presidente Usa Joe Biden. Il presidente Usa si è mostrato però scettico sull'inizio di una trattativa di pace: "Sono pronto a parlare con Putin se mostra segnali di volere cessare la guerra, ma finora non lo ha fatto".
"Tutta l'alleanza atlantica, tutti i paesi che vogliono la pace saranno pronti a parlare con Putin se, davvero e con concretezza, dimostrerà che questo è il suo interesse genuino. Ripeto, è giunto il momento di iniziare a lavorare per una pace giusta per l'Ucraina", ha detto ancora il titolare della Farnesina.
Tajani ha sottolineato però che "la Russia continua ad attaccare civili e infrastrutture, vuole usare l'inverno contro la popolazione rendendo impossibile qualsiasi tipo di dialogo", e ha aggiunto che "ora il Cremlino deve dare segnali concreti anziché bombardare la popolazione". Oggi intanto da Mosca arrivano segnali per nulla positivi. Il presidente russo Vladimir Putin, in una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, avrebbe infatti detto che il sostegno occidentale incoraggia Kiev a rifiutare i negoziati.
Tajani nell'intervista ha anche affrontato il tema migranti. Rispondendo a una domanda sul caso delle ong il titolare della Farnesina ha detto che "i rapporti con Parigi non si sono rotti: noi poniamo un problema enorme, quello dei migranti, che va risolto a livello europeo". Ha ribadito inoltre che "dobbiamo fermare gli irregolari e portare in Italia le persone di cui abbiamo bisogno". A questo proposito, ha annunciato, "stiamo preparando un nuovo decreto flussi, questa volta biennale o triennale, per pianificare gli arrivi legali e la formazione delle persone che vogliono venire in Italia premiando i paesi che bloccano le partenze degli irregolari". Interesserà "circa 70mila persone all'anno, ma tutto è in via di definizione e non ci sono ancora numeri certi".