Tajani boccia gli alleati di Salvini alle europee: “Mai con Le Pen e AfD”. La Lega: “Preferisce il Pd?”
Alle elezioni europee del 2024 manca poco meno di un anno, ma le tensioni interne nel centrodestra iniziano a farsi sentire. I tre partiti principali della maggioranza di governo fanno parte di tre gruppi europei diversi. Forza Italia con il Ppe, il partito centrista e di destra moderata dei ‘Popolari'. Giorgia Meloni è presidente del gruppo dei Conservatori e riformisti, Ecr, di cui fa parte ad esempio il partito di governo in Polonia. Infine, la Lega è iscritta al gruppo Identità e democrazia (Id), con posizioni sovraniste di destra ed estrema destra. Al suo interno ci sono, tra gli altri, il Rassemblement national di Marine Le Pen e il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland. È chiaro quindi che andare insieme alle elezioni europee, per il centrodestra italiano, non sarà semplicissimo. E lo hanno mostrato le dichiarazioni di oggi di Antonio Tajani, leader di Forza Italia.
Tajani: "Nessun problema con Salvini, ma con AfD e Le Pen non ci sarà un accordo"
"Noi correremo con il Ppe e poi dopo il voto con Salvini siamo pronti ad un'alleanza, sia all'estero che in Italia. Il problema non è mai stato e mai sarà Matteo Salvini e la Lega. Ma Alternative für Deutschland e la signora Le Pen. Come si fa a governare l'Europa con chi è contro L'Europa? Il Ppe e Fi non possono fare alleanze con loro. Il problema non è assolutamente Salvini. La Lega è un'altra cosa. Con la Lega l'accordo si può fare anche domani mattina con Alternative für Deutschland e Le Pen è impossibile, non si può fare né oggi né domani né dopodomani". Parole che hanno ribadito qualcosa che era già noto, ma ancora non molto esplicitato in Italia: dopo le prossime europee, Salvini rischia di ritrovarsi marginalizzato.
Scegliendo di restare nel gruppo di Identità e democrazia, infatti, la Lega si ritroverebbe ancora nella frangia di estrema destra, quasi certamente con un numero di deputati più bassi di quello attuale, a subire anche la concorrenza interna di Le Pen. Tagliata fuori dai giochi, insomma, per quel che riguarda le decisioni. D'altra parte, Forza Italia – nonostante non si aspetti un risultato esaltante a livello di numeri – con il Ppe si assicura un posto nel centro moderato che da sempre è il centro del potere decisionale a Bruxelles. In tutto ciò, Giorgia Meloni tenterà di far convergere i Conservatori verso il centro, per stringere un'alleanza tra Ppe e Ecr, tagliando fuori i moderati di centrosinistra del S&D. Se questo piano appare molto difficile al momento, includere anche Identità e democrazia sembra completamente impossibile.
"L'idea che io ho per il futuro è quella di dare vita ad una maggioranza composta da popolari, conservatori e liberali (oggi rappresentati soprattutto dal gruppo Renew Europe di Emmanuel Macron, ndr). Questa è la maggioranza che mi ha permesso di diventare presidente del Parlamento europeo nel 2017. Per sconfiggere la sinistra questa è la strada unica da seguire", ha aggiunto Tajani. La cosiddetta maggioranza Ursula, quella centrista che ha portato all'elezione di Ursula von der Leyen, "non è una maggioranza di sinistra", ha concluso il ministro degli Esteri italiano.
La risposta della Lega: "Impossibile preferire Macron e il Pd alla Le Pen"
Non si è fatta attendere la replica piccata degli europarlamentari della Lega. "Davvero l'amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, socialisti e Macron?", hanno scritto in una nota il capogruppo di Id e il capo delegazione del Carroccio a Bruxelles. "La Lega lavora per cambiare la maggioranza in Europa e dare vita, finalmente, a un progetto di centrodestra unito. Non è il momento dei diktat, né di decidere a priori chi escludere dal progetto di centrodestra europeo, tanto più se questo arriva da chi fino a oggi è stato a braccetto di Pd e socialisti in Ue".
"Ci rifiutiamo di pensare che qualcuno che si definisce ‘di centrodestra’ possa preferire Macron e le sinistre alla Le Pen", hanno affermato i leghisti, per poi concludere: "Il percorso indicato da Matteo Salvini è l'unica alternativa possibile: altrimenti, forse qualcuno nel Ppe vuole illudere gli elettori fingendo di cercare un'altra strada ma, di fatto, continua a scegliere di governare un continente secondo l'agenda dettata da sinistre illiberali, nemiche di industria e lavoro, che fomentano le piazze in Francia e in Belgio”.