Taglio delle Province, il Governo: “Niente campanilismi”, ma modifiche in arrivo
Il taglio delle Province italiane è sempre stato uno di quei temi della politica italiana molto controversi e che vede contrapposti chi reputa questi enti locali inutili e da eliminare immediatamente, e chi li ritiene fondamentali per il raccordo tra istituzioni centrali e territorio. L'intervento deciso del Governo Monti con il decreto sulla spending review che prevede l'abolizione di almeno la metà delle attuali Province, dunque, non poteva che scatenare polemiche, resistenze e distinguo che animeranno il dibattito parlamentare di questi giorni. Sul piatto della bilancia, infatti, oltre agli accorpamenti con l'inevitabile strascico dei campanilismi nostrani, vi sono anche il taglio dei fondi statali e la revisione della spesa pubblica per tutti, che rischia di mettere in seria difficoltà molti servizi indispensabili ai cittadini. L'Esecutivo ha promesso di voler ascoltare tutti ma certamente non si tornerà indietro per quei provincialismi che ormai si sono manifestati apertamente da nord e sud rappresentati dal politico locale di turno.
Cercare nuovi tipi di aggregazione – Sicuramente, però, a pesare su queste resistenze al cambiamento vi è una buona dose di campanilismo visto che, come rivela sempre Patroni Griffi in un'intervista, sono molti quelli che chiamano chiedendo un salvataggio ad hoc della propria Provincia o in alternativa "di tagliare almeno quella vicina", perché essere accorpati al vicino non piace. Una soluzione, suggerisce il Ministro, è quella di rivedere completamente i nomi delle ricostituite Province perché in realtà le vecchie saranno tutte cancellate e riordinate come aveva chiesto l'Upi. Ricercare dunque aggregazioni di diverso tipo con nomi nuovi che richiamino identità più ampie come ad esempio la Romagna o la Brianza. Di questo si dovranno occupare i Consigli delle autonomie locali entro 40 giorni dal varo della legge come previsto dal decreto ministeriale.
Il problema dei tagli alla spesa pubblica – In realtà la trattativa parlamentare è già iniziata e all'orizzonte si prefigurano le prime modifiche al decreto. Nella mediazione soprattutto i tempi stabiliti dal governo che data la complessità degli accorpamenti probabilmente saranno prolungati. Ma in discussione in Aula ci saranno anche i tagli previsti dalla spending review che molti reputano errati in quanto non escludono le spese per i servizi essenziali come la scuola, a rischio chiusura per il nuovo anno scolastico. Con il taglio dei fondi, infatti, secondo l'Upi non si riesce neanche a fare l'ordinaria manutenzione degli edifici e molte amministrazioni locali sono a rischio fallimento. Un primo sì alle richieste dell'Unione delle Province è arrivato a sorpresa dal Ministro Piero Giarda che nero su bianco ha scritto "spero che il Senato sia più saggio del Governo".