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Taglio delle Province, il CdM approva il decreto: saranno ridotte a 51 (INFOGRAFICA)

Dal 1 gennaio 2013 verranno sciolte tutte le Giunte provinciali che passeranno da 86 a 51 comprese le città metropolitane.
A cura di Redazione
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Taglio delle Province,  il CdM approva il decreto: saranno ridotte a 51

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge di riforma delle Province come previsto dalla spending review. Come aveva anticipato il Ministro Partroni Griffi, sono stati rispettati i tempi previsti nonostante i timori di uno slittamento a causa dei ritardi delle amministrazioni locali. Si partirà dall'anno prossimo con lo scioglimento di tutte le giunte provinciali anche di quelle che rispettano i criteri stabiliti dal governo perché la riorganizzazione sarà totale e riguarderà anche una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie di competenza principale delle Province, come la gestione delle strade o delle scuole. Per gestire l'ordinaria amministrazione in attesa delle elezioni successive che si svolgeranno a novembre del 2013, i Presidenti di provincia potranno delegare l’esercizio di alcune funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali, anche se non si esclude il ricorso di commissari ad hoc eletti dal governo in caso di inadempienze.

In tutto il numero delle province nelle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da 86 a 51 comprese le dieci città metropolitane già individuate. Per queste ultime l'avvio è fissato al primo gennaio del 2014 e sostituiranno in tutto e per tutto le vecchie province di cui erano parte. Nel decreto previsto una precisa procedura con tempi già prefissati e adempimenti preparatori per portare all'accorpamento di quelle province che non rispettano i criteri. Il governo inoltre ha fissato anche alcuni paletti fondamentali per la procedura di riordino, sì dunque allo spostamento di comuni ad un'altra provincia confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica, ma no alla dispersione sul territorio degli organi politici che devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. "Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede anche la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo come prefetture e questure" spiegano dal Governo, per questo i risparmi effettivi dei questa operazione saranno valutabili solo al termine di tutto il processo di riorganizzazione.

Le nuove Province italiane

Come si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi:

Dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali.

Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da n.86 a n.51 (ivi comprese le città metropolitane)

Sempre dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto.

Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta.

Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma.

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