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Manovra 2024

Taglio del cuneo fiscale in Manovra: cosa cambia per gli stipendi fino a 35 mila euro nel 2024

Nel testo della Manovra che mercoledì 20 dicembre sarà discusso nell’Aula del Senato c’è anche il taglio del cuneo fiscale, tra le principali misure inserite dal governo Meloni in legge di Bilancio. Ecco cosa cambia nel 2024.
A cura di Annalisa Girardi
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La legge di Bilancio sarà approvata entro questa settimana in Senato, per poi passare alla Camera tra Natale e Capodanno. Protagonista di questa Manovra è sicuramente il taglio del cuneo fiscale, confermato anche per il 2024 dal governo Meloni, che ha concentrato su questa misura gran parte delle risorse disponibili: per l'abbassamento delle tasse sul lavoro, infatti, sono stati stanziati circa 10 miliardi di euro.

Nel testo che arriverà mercoledì 20 dicembre nell'Aula di Palazzo Madama, si legge:

In via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, per i rapporti di lavoro dipendente, con esclusione dei rapporti di lavoro dome­stico, è riconosciuto un esonero, senza ef­fetti sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavora­tore di 6 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ec­ceda l’importo mensile di 2.692 euro, al netto del rateo di tredicesima.

L’esonero di cui al primo periodo è incrementato, senza effetti sul rateo di tredicesima, di un ulte­riore punto percentuale, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, al netto del rateo di tredicesima. Tenuto conto dell'eccezionalità della misura di cui al presente comma, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.

In altre parole, i contributi che versano i lavoratori dipendenti – ma solo quelli con un reddito fino a 35 mila euro – e che normalmente vengono prelevati in busta paga, per tutto il 2024 saranno ridotti di diversi punti: per chi guadagna fino a 25 mila euro il taglio previsto è di 7 punti, mentre per la fascia tra i 25 mila e i 35 mila il taglio sarà di 6 punti.

In termini netti, se il taglio non fosse stato confermato gli stipendi sarebbero tornati ad aumentare di circa 100 euro al mese. Questo vuol dire che alla fine dell'anno, se si vorrà intervenire ancora per mantenere il beneficio sui redditi più bassi, andranno trovati altri svariati miliardi di euro.

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