Taglio del cuneo fiscale confermato per il 2024, perché gli stipendi in busta paga non aumenteranno
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è stato l'ultimo degli esponenti del governo Meloni a garantire che il taglio del cuneo fiscale sarà confermato anche nel 2024, parlando all'evento Sky 20 anni. Non sarà strutturale, come la maggioranza aveva promesso, ma per tutto l'anno prossimo dovrebbe restare in vigore la riduzione dei contributi che il lavoratore dipendente deve versare all'Inps (compensato dallo Stato per non creare effetti negativi sulla pensione). Concretamente, però, questo non porterà a un cambiamento delle buste paga per il 2024.
Il motivo è che, se la misura verrà riconfermata, la situazione resterà la stessa degli ultimi mesi. Infatti, così come il taglio del cuneo si è applicato agli assegni da luglio a dicembre 2023, allo stesso modo si applicherà a quello di gennaio 2024, senza che ci siano ulteriori aumenti. Al contrario la proroga del governo ha il risultato di evitare un calo dello stipendio, che sarebbe arrivato se la il taglio fosse stato cancellato o ridotto.
Gli effetti sugli stipendi: la simulazione
Nel complesso, si parla di una riduzione del 7% del cuneo per i lavoratori che prendono fino a 25mila euro, e del 6% per chi prende fino a 35mila euro all'anno. Secondo i calcoli effettuati dall'Inps, in media questo significa che da luglio ci si trova con 98 euro in più in busta paga, rispetto a una situazione ipotetica senza alcun taglio del cuneo. Questi soldi, va ribadito, vengono ricevuti già da luglio, e continueranno ad arrivare l'anno prossimo. Sempre l'Inps stima che più della metà dei lavoratori (il 57%) riceva già oggi più di 100 euro al mese come ‘bonus' dovuto al taglio del cuneo fiscale.
Guardando solo i dipendenti che lavorano a tempo pieno per un mese intero, si arriva a 123 euro di surplus. In questa categoria, in particolare, circa il 90% dei lavoratori supera i 100 euro lordi di aumento al mese, il 48% è sopra i 125 euro e l'8% raggiunge i 150 euro, mentre appena il 2% è al di sotto degli 80 euro. Nel 2024 queste cifre resteranno identiche, e quindi il proprio stipendio non cambierà, se il governo confermerà quanto detto finora e prolungherà il taglio di un anno.
Perché si parla di un taglio del cuneo fiscale strutturale
La misura non è stata esente da critiche finora, soprattutto la scelta di non renderla strutturale, ma confermarla solamente per il 2024. Questo significa che, anche se dovesse restare in vigore per altri dodici mesi, a fine anno il governo si troverà nuovamente nella situazione di dover racimolare i soldi per prolungarla: "La riduzione del cuneo fiscale serve strutturale, non a spot, o per sei mesi fino alle elezioni europee", ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale di Uil. L
o stesso ha dichiarato il deputato di Italia viva Luigi Marattin a Fanpage.it: "Le tasse si tagliano quando hai i soldi per farlo in maniera strutturale, per sempre. Altrimenti, se lo fai per sei mesi, ti ritrovi a cercare soldi, in questo caso 10 miliardi, non per abbassare le tasse, ma per evitare che si alzino".