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Taglio del canone Rai, i giornalisti annunciano la mobilitazione: “Difenderemo il servizio pubblico”

L’Usigrai, organismo di base del sindacato dei giornalisti, ha annunciato l’avvio di un percorso di mobilitazione contro la decisione del governo di tagliare il canone Rai: “Difenderemo l’autonomia e l’indipendenza del servizio pubblico”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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I giornalisti della Rai preparano la mobilitazione contro la decisione del governo di tagliare il canone di 20 euro. L'annuncio è arrivato durante la conferenza stampa di presentazione della manovra economica. I ministri Giorgetti e Salvini, che da tempo combattono la storica battaglia dell'azzeramento del canone, hanno sostanzialmente detto che il contributo annuale passerà da 90 a 70 euro a partire dal 2024. Nei giorni successivi, però, Maurizio Gasparri di Forza Italia ha spiegato che la quota mancante verrà compensata con la fiscalità generale. Insomma, in teoria la Rai avrà gli stessi fondi a disposizione.

La decisione del governo, però, ha messo sul piede di guerra i giornalisti che lavorano nella radiotelevisione pubblica: "L'assemblea dei comitati di redazione della Rai esprime grave preoccupazione per la decisione del governo di spostare un pezzo importante del canone dalla bolletta elettrica alla fiscalità generale e di tagliare 20 milioni di euro, equiparando la Rai a un qualsiasi ministero – si legge in un comunicato dell'Usigrai, organismo di base del sindacato dei giornalisti, approvato con un solo voto contrario – Un'equiparazione grave visto che i principi del contratto di servizio Rai richiamano all'autonomia e all'indipendenza dell'informazione".

"L'operazione varata dal governo sul canone rischia di avere effetti irreversibili, aprendo ulteriormente le porte alla diretta dipendenza della Rai dell'esecutivo di turno. In aperta violazione rispetto alla risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 che impone finanziamenti stabili, aperti, trasparenti, sostenibili e adeguati perché il servizio pubblico deve essere libero da ingerenze politiche interne ed esterne – si legge ancora nel comunicato – Anno per anno, nella legge di bilancio, l'esecutivo potrebbe decidere di non finanziare la quota di canone inserita nella fiscalità generale oppure di ridurla. E così la Rai sarà perennemente sotto una spada di Damocle".

"Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo – continuano i giornalisti della Rai – nessuno strumento è tabù, ma il finanziamento della Rai Servizio Pubblico deve essere autonomo e indipendente da governi e partiti, e certo, congruo e di lunga durata. La nuova formulazione non rispetta nessuno di questi caratteri. Non solo, gli esempi di altri paesi europei come Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia, Romania parlano chiaro: quando il canone è stato ridotto o cancellato, inserendo le risorse in fiscalità generale, sono seguiti licenziamenti e taglio della produzione. Una Rai, libera e indipendente, è una risorsa per il Paese: indebolirla o renderla ancora più dipendente dai governo di turno è un danno per tutti i cittadini". Per questo motivo "l'assemblea dei Cdr della Rai annuncia, quindi, l'avvio di un percorso di mobilitazione a difesa dell'autonomia e indipendenza del servizio pubblico".

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