Taglio dei parlamentari, con il Sì al referendum Italia ultima in Ue per rapporto abitanti/deputati
Uno degli argomenti più utilizzati da chi si dice contrario al referendum sul taglio del numero dei parlamentari riguarda la rappresentatività. Ovvero, il rapporto tra numero di cittadini ed eletti. Rappresentatività che in Italia, secondo chi si schiera per il No al referendum, rischierebbe di diventare eccessivamente bassa con la riduzione del Parlamento a 400 deputati e 200 senatori. Una contestazione che viene in parte confermata da un dossier realizzato da Camera e Senato, datato 19 agosto, e che in realtà prende in considerazione solamente la Camera. Escludendo il Senato. Ciò che emerge dallo studio è che l’Italia, se passasse il Sì al referendum, diventerebbe il Paese dell’Ue con la rappresentatività minore.
Referendum, se vince Sì Italia ultima in Ue
Il dossier non tiene conto del bicameralismo perfetto (condizione più unica che rara in Ue) e si concentra solamente sui numeri delle camere basse, considerando per l’Italia il passaggio da 630 a 400 deputati. Mentre chi sostiene il Sì afferma che il calcolo vada effettuato sulla base dei parlamentari direttamente eletti dal popolo, facendo così schizzare l’Italia in testa tra i Paesi europei per numero assoluto di parlamentari. Il dossier di Camera e Senato, comunque, attesta che in caso di Sì al referendum l’Italia diventerebbe il Paese peggiore in Ue per il rapporto tra numero di cittadini e deputati. Ultima tra 28, includendo anche il Regno Unito.
La rappresentatività oggi e con il taglio dei parlamentari
Il rapporto in Italia, considerando solo la Camera, sarebbe dello 0,7%. Ad oggi in Italia viene eletto un deputato ogni 96.006 abitanti, con la riforma – sempre considerando solo una Camera – passerebbe da questo attuale 1% allo 0,7%, ovvero un deputato ogni 151.210 abitanti. Ai dati di oggi, pre-referendum, l’Italia è seguita nella classifica della rappresentatività da 4 Paesi: Francia, Germania e Paesi Bassi con un rapporto dello 0,9% e Spagna allo 0,8%. L’Italia, con l’1%, è alla pari del Regno Unito. Con lo 0,7%, quindi, passerebbe all’ultima posizione.
Oggi sopra l’Italia troviamo la Polonia (1,2%), il Belgio (1,3%), la Romania (1,7%), l’Ungheria (2%), l’Austria (2,1%), il Portogallo (2,2%), la Grecia e la Slovacchia (entrambe 2,8%). Sopra il 3% troviamo Danimarca, Estonia, Bulgaria, Croazia, Irlanda, Finlandia e Svezia. Sopra il 4% la Slovenia, intorno al 5% Lettonia e Lituania. Infine, cresce il rapporto tra popolazione e parlamentari in due Paesi più piccoli, come Lussemburgo (si arriva al 10%) e Malta (addirittura al 14,3%).