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Tagli alla politica: dal governo Monti arriva il giro di vite sulle province

Il Presidente del Consiglio ha anticipato alcuni provvedimenti che andranno a intaccare i costi della politica. Tra questi anche una riorganizzazione delle province. E lui rinuncerà allo stipendio.
A cura di Alfonso Biondi
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Monti in conferenza stampa

Mario Monti ha promesso i tanti agognati tagli alla politica. Il mondo delle istituzioni- così come i cittadini che si ritroveranno sul groppone una manovra lacrime e sangue– è quindi chiamato a fare sacrifici, seppur con modalità ancora da definire in maniera chiara. Quello che è certo, secondo quanto dichiarato da Monti nella conferenza stampa di presentazione della manovra, è che qualcosa si farà davvero. Il Presidente del Consiglio ha regalato ai giornalisti presenti a Palazzo Chigi delle gustose anticipazioni.

Un primo provvedimento, ha rivelato l'ex rettore della Bocconi, riguarda proprio i membri del governo e la trasparenza delle loro dichiarazioni patrimoniali: "Abbiamo deciso– ha dichiarato Monti- di ispirare le nostre dichiarazioni patrimoniali al principio di non dichiarare semplicemente ciò che la modulistica attuale richiede  alle cariche pubbliche,ma di dichiarare per intero i patrimoni. Non vediamo la ragione per la quale possessi di obbligazioni o titoli di stato o fondi comuni di investimento debbano essere esentati da una dichiarazione patrimoniale". I componenti del governo  che siano dipendenti pubblici non conserveranno "l'intera retribuzione in godimento ma il solo trattamento fondamentale, fatti salvi i diritti previdenziali". Monti ha poi dichiarato che rinuncerà al suo stipendio di Presidente del Consiglio.

Per le province, poi, ci sarà un forte giro di vite. Monti ha rivelato che nel decreto legge che verrà sottoposto all'attenzione del Presidente della Repubblica ne è prevista una riorganizzazione: il testo prevede infatti che i consigli provinciali abbiano solamente  10 componenti, eletti dai consigli comunali, eletti dal territorio. Vengono dunque abolite le giunte provinciali e viene attuata una drastica riduzione del numero dei consiglieri. Il governo, ha promesso Monti, asseconderà iniziative legislative che portino alla totale cancellazione di tali istituzioni. Si stabilisce poi il principio della gratuità delle cariche negli enti territoriali non previsti della Costituzione. Il decreto riduce anche il numero dei componenti delle 8 autorità e delle agenzie amministrative da 50 a 28 compresi i Presidenti.

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