Strage Cutro, migranti sopravvissuti: “Elicottero Guardia Costiera sorvolò il caicco”, la smentita: “Falso”
Svolta nelle indagini sulla strage di Cutro, il naufragio avvenuto a pochi metri dalla costa calabrese, in provincia di Crotone, nella notte tra il 25 e 26 febbraio 2023. Sono 94 le vittime accertate di cui la 35 bambini, ma il numero esatto dei dispersi non è stato mai accertato.
Ora, grazie ai racconti di alcuni sopravvissuti, pubblicati da la Repubblica, è possibile aggiungere un tassello importante per ricostruire la catena di responsabilità e accertare quello che davvero è successo la notte del naufragio, per cui risultano indagati anche ufficiali della Guardia di Finanza, oltre a quattro scafisti: i militari della Guardia di Finanza sono il tenente colonnello Alberto Lippolis, Antonino Lopresti, operatore di turno la notte del naufragio e il colonnello Nicolino Vardaro a cui sono contestati i reati di naufragio colposo, rifiuto e omissione di atti d'ufficio e omicidio colposo. Ci sono inoltre altri tre indagati la cui identità resta coperta da omissis.
Dopo la segnalazione di Frontex, la Guardia di Finanza inviò due motovedette, che tornarono indietro per condizioni meteo difficili. Ma le unità della Guardia Costiera, che normalmente si attiva in caso di evento Sar (dichiarato solo a strage avvenuta), rimasero ferme.
La Guardia Costiera ha confermato che quella notte ci fu effettivamente uno scambio tra i colleghi della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria e quelli della Guardia di Finanza, che erano intervenuti. Questi ultimi avevano fatto sapere alla Guardia Costiera che "le due unità che si trovavano in mare stavano rientrando per le condizioni meteo avverse e che non c'era una posizione nota dell'imbarcazione". Le unità della Guardia Costiera però avrebbero potuto avvicinarsi al luogo del naufragio, perché essendo più grandi possono navigare anche con mare forza 8 (in quel momento c'era mare forza 4). Ma si sono mosse solo successivamente, arrivando sul luogo del disastro solo alle 5:35: nella relazione allegata agli atti d'inchiesta la Capitaneria di porto crotonese scriverà di avere ricevuto la prima segnalazione solo alle 4.37.
Ci sarebbe stato però anche un elicottero bianco che alle 19 e poi alle 22 del 25 febbraio, quindi prima che il caicco partito dalla Turchia si schiantasse su una secca a ridosso della spiaggia di Steccato di Cutro, che avrebbe sorvolato l’imbarcazione per poi allontanarsi.
Le dichiarazioni dei naufraghi sopravvissuti sono state videoregistrate nel giugno scorso in due diversi campi di accoglienza nella Germania settentrionale e hanno riferito elementi che fino ad ora non erano emersi.
All’interno del primo verbale si parla di un velivolo: "È volato sopra di noi: ha compiuto una deviazione e se n’è andato. Eravamo seduti sul ponte superiore della nave, i quattro scafisti ci hanno costretto a nasconderci sottocoperta". A una domanda su come era fatto il velivolo, i migranti hanno risposto così: "Era tutto bianco con una coda rossa e insegne rosse. Di nuovo intorno alle 22 ha sorvolato la nostra imbarcazione, poi è andato via. Siamo dovuti correre ai piani inferiori un’altra volta per non farci vedere".
Davanti all'immagine di due elicotteri, uno della Guardia di Finanza e uno della Guardia Costiera, i testimoni hanno risposto prontamente "È questo", riferendosi al Corpo delle Capitanerie di Porto.
"Il governo italiano – è l'accusa – non ci ha aiutato affatto, quei due elicotteri sapevano della nostra nave, nonostante ciò, non si sono presi cura di noi e non ci hanno salvato. Abbiamo navigato in acque italiane per dieci ore. Nessuna polizia nessuna guardia di frontiera sono venuti a salvarci e ci hanno lasciato affondare".
La smentita della Guardia Costiera
"In merito alla notizia rilanciata questa mattina da alcune testate giornalistiche, riguardante la presunta presenza in volo il 25 febbraio di un elicottero della Guardia costiera italiana, in prossimità del barcone successivamente naufragato a Cutro la mattina del 26 febbraio, si smentisce – come risulta dagli ordini di volo delle basi aeree della Guardia costiera – che ci fossero in volo elicotteri della Guardia costiera italiana, così come invece riportato dalle testimonianze citate dagli stessi quotidiani nazionali", ha comunicato la Guardia costiera italiana.
Salvini difende la Guardia Costiera
"Solidarietà a donne e uomini della Guardia Costiera, che anche oggi subiscono una assurda campagna di fango e menzogne per il drammatico naufragio del barcone a Cutro", ha dichiarato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. "Insinuare che qualcuno non sia intervenuto di proposito, pur capendo il potenziale pericolo, è un insulto non solo alla Guardia Costiera ma all'Italia intera".