Superbonus, Floridia: “Meloni vigliaccamente ha aspettato le elezioni per cancellare le misure M5s”
Sul Superbonus è scoppiata (di nuovo) la polemica politica. Il governo ha infatti approvato un decreto che sancisce lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura, destando non poche preoccupazioni nelle imprese edilizie. Il rischio, affermano, è quello di bloccare improvvisamente cantieri mettendo in pericolo la tenuta delle aziende e dei posti di lavoro. Secondo Unimpresa sono 25mila le piccole e medie imprese che rischiano così il fallimento. Palazzo Chigi, da parte sua, ha parlato di un buco nei bilanci da 110 miliardi di euro, che bisognava sanare. Per il Movimento Cinque Stelle, che ha lanciato la misura per sostenere, dopo il lockdown, uno dei settori più colpiti dalla pandemia, si tratterebbe solo di un'operazione politica, fatta sulla pelle di imprese e lavoratori. Ne abbiamo parlato con Barbara Floridia, capogruppo del M5s in Senato.
Il ministro Giorgetti ha detto che il governo è dovuto intervenire sulla cessione dei crediti a causa degli errori dei governi passati, che hanno creato un buco nel bilancio. Giuseppe Conte ha ripetuto che la misura non ha fatto che creare Pil. Come stanno le cose?
L'unica risposta reale è nei dati, che Giorgetti conosce benissimo ma ignora per ragioni ideologiche. Grazie al Superbonus è stato creato quasi 1 milione di posti di lavoro, come dice il Censis. Il Pil è cresciuto nel 2021 del +6,7% e nel 2022 del +3,9%. Erano 35 anni che in Italia non si vedevano numeri simili. L'extragettito è stato così importante da garantire al governo Draghi 90 miliardi da utilizzare per fronteggiare il caro energia. La verità è che Giorgia Meloni vuole abbattere tutte le misure targate Movimento 5 Stelle e non le interessa nulla se così facendo danneggia irreversibilmente cittadini e imprese.
Secondo voi quali saranno le conseguenze concrete dello stop alla cessione dei crediti per il settore dell’edilizia?
Anche qui parlano i dati. Secondo la CNA quasi la metà delle imprese che non riescono a cedere i crediti rischiano il fallimento. Il 60% dei cantieri aperti rischia la sospensione e 7 aziende su 10 sono da stamattina a rischio insolvenza. È una catastrofe di cui Giorgia Meloni si assume tutta la responsabilità.
Il M5s ha anche accusato Meloni di aver tradito una promessa elettorale, perché?
Era proprio Giorgia Meloni a pubblicare sul suo sito cartelli con scritto "pronti a tutelare i diritti del Superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie". Sarebbe stata più sincera scrivendo "pronti a tradire i cittadini e a mettere sul lastrico il settore dell'edilizia".
Le imprese sono preoccupate e anche molti esponenti del Pd sono intervenuti in queste ore in difesa della misura: lavorerete insieme per contrastare la decisione del governo?
Saremo al fianco delle aziende e delle associazioni di categoria messe in ginocchio dall'intervento scellerato del governo. Siamo l'unica forza politica che può dire di aver sempre agito con coerenza a tutela del settore. In queste ore vediamo Carlo Calenda coprirsi di ridicolo applaudendo Giorgia Meloni per la morte dei bonus edilizi. E poi c'è il mistero di un partito come Forza Italia, che in Parlamento presenta mozioni pro-Superbonus e in Consiglio dei ministri partecipa al tradimento delle imprese.
L’associazione delle banche, invece, ha difeso l’intervento del governo dicendo che era necessario semplificare e dare certezze a livello giuridico. Secondo voi qualche correzione era necessaria? Se sì, in che modo?
Abbiamo sempre detto che l'aliquota al 110% del Superbonus non era per sempre, e che era nell'ordine delle cose una graduale riduzione. Ma questo senza intaccare la cessione dei crediti, proprio adesso che anche Regioni ed enti locali si stavano interessando all'acquisizione. Dopodiché segnalo che non c'è stato nessun dialogo con l'opposizione, ma come al solito il governo ha agito con arroganza e supponenza: hanno aspettato vigliaccamente i risultati delle elezioni regionali e alla prima occasione utile hanno ucciso il Superbonus in maniera ideologica e strumentale pensando di danneggiare il Movimento 5 Stelle, mentre in realtà colpiscono cittadini e imprese.