Superbonus, ecco come Forza Italia prova a togliere la retroattività della norma spalma-crediti
Forza Italia lo aveva messo in chiaro fin dall'inizio: l'emendamento presentato dal Mef al decreto Superbonus, con cui viene inserito l'obbligo – retroattivo – di spalmare la detrazione dei crediti in dieci anni, non era stato condiviso. E non piace al partito di Antonio Tajani. Che, prima che il provvedimento finisca in Aula (l'approdo è calendarizzato per mercoledì) ha chiesto un confronto con il resto della maggioranza e ha presentato tre subemendamenti per modificare la misura. L'obiettivo è quello di togliere l'effetto retroattivo.
In particolare, il subemendamento presentato a prima firma dal capogruppo del partito in Senato, Maurizio Gasparri, chiede di cancellare l'effetto retroattivo dallo stop alla compensazione dei crediti del Superbonus con i debiti previdenziali per i crediti acquisiti da banche e istituti finanziari. Il divieto di compensazione deve esserci unicamente per i crediti acquisiti dai soggetti "a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione" del decreto. Cioè il 1° gennaio 2025. Nella motivazione del subemendamento si legge: "I soggetti menzionati perdono tale possibilità di compensazione dei crediti acquistati, con effetto retroattivo. La norma, infatti, riguarda tutte le quote in futura compensazione (dal 2025 in poi) prescindendo dal momento in cui il credito è sorto".
Gasparri, da parte sua, ha commentato: "Forza Italia sottolinea con chiarezza e coerenza la necessità di non varare norme retroattive e di non fare entrare in vigore tasse inventate quando nelle maggioranze c'era la sinistra. Siamo aperti al confronto, ma siamo anche legati alle nostre posizioni storiche e ai principi di diritto come la non retroattività delle norme. Per questo ho firmato pochi chiari emendamenti nati da un confronto con il segretario Tajani ed altri esponenti di Forza Italia".
Martedì proseguirà l'esame del decreto e degli emendamenti in commissione al Senato, mentre mercoledì è atteso l'approdo in Aula. Non è chiaro a che punto sia il confronto con gli altri partiti del governo e se, alla fine, le richieste di Forza Italia verranno accolte o meno.