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Superbonus, chi è escluso da sconto in fattura e cessione del credito e dovrà pagare tutti i lavori

Oggi, 4 aprile 2024, è l’ultimo giorno per inviare all’Agenzia delle Entrate i dati sulle spese effettuate nel 2023 per il superbonus, e mantenere lo sconto in fattura. Con il nuovo decreto del governo Meloni, molti proprietari saranno esclusi da queste misure e dovranno pagare di tasca loro, per poi detrarre il bonus dalle dichiarazioni dei redditi.
A cura di Luca Pons
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Con il nuovo decreto Superbonus del governo Meloni in vigore dal 30 marzo, iniziano a vedersi gli effetti della stretta su cessione del credito e sconto in fattura. Oggi, 4 aprile 2024, è l'ultimo giorno per comunicare all'Agenzia delle Entrate le spese effettuate nel 2023 che dovrebbero essere scontate direttamente in fattura. Il preavviso è stato molto breve, considerando che fino a pochi giorni fa la scadenza era fissata a ottobre (con la ‘remissione in bonis' che permetteva di allungare i tempi pagando una sanzione da 250 euro).

In particolare, il fatto che la remissione in bonis sia stata cancellata è stato criticato soprattutto dai commercialisti: si trattava di un tempo extra che permetteva non solo di inviare i documenti in ritardo, ma anche di correggere eventuali errori. Ad esempio, un dato anagrafico sbagliato (un codice fiscale, o una data di nascita) per uno dei proprietari. Ora invece chi ha commesso un errore simile non potrà più correggerlo e perderà l'accesso alla misura.

Tutti coloro che non comunicano le spese effettuate in tempo, anche se per il resto erano in regola con i criteri per ottenere lo sconto in fattura, non potranno averlo. Questo riguarda anche chi aveva presentato la Cila (comunicazione di inizio lavori) entro il 16 febbraio 2023, come previsto dalle norme precedenti, ma poi fino al 30 marzo 2024 non ha effettuato alcun pagamento. Come stimato dal Sole 24 Ore, i dati Enea mostrano che dall'inizio di quest'anno si sono avviati circa 15mila cantieri in condomini che utilizzano il superbonus, ed è possibile che molti di questi avessero già depositato la Cilas entro febbraio 2023. Insomma, per molti condomini che avevano messo in conto di potersi ‘appoggiare' sullo sconto in fattura diventa necessario tirare fuori i soldi di tasca propria.

Le famiglie che potranno continuare a usufruire della misura sono solo quelle che hanno già fatto i versamenti per l'inizio dei lavori, hanno le fatture per dimostrarlo e le hanno inviate all'Agenzia delle Entrate in tempo. Se la trasmissione dei dati non avviene entro oggi, resterà un'unica soluzione: pagare i lavori direttamente, e poi detrarre l'importo del bonus dalle proprie dichiarazioni dei redditi negli anni.

Per di più, lo sconto in fattura e la cessione del credito eliminati anche per quelle fasce di proprietari che finora erano stati agevolati. In particolare il Terzo settore, le cooperative di abitazione a proprietà indivisa e le case per l'edilizia popolare. Al contrario, un settore che ha ricevuto un'esenzione in seguito alle proteste anche dello stesso centrodestra è quelle delle aree terremotate. Gli immobili danneggiati nei terremoti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria dal 2009. Per questi interventi resterà possibile lo sconto in fattura, ma con un tetto di spesa massimo fissato a 400 milioni di euro in tutto.

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