Superbonus al 110%, il governo vuole prorogarlo fino al 2023 solo per condomini e case popolari
Il governo ha intenzione di prorogare il Superbonus al 110% a tutto il 2023. Lo si evince dal documento programmatico di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri che rappresenta l'ossatura della prossima di legge di bilancio che sarà meglio definita nella prossima manovra che il governo si appresta a mettere a punto. Prima di arrivare alla legge di bilancio, tuttavia, sarà necessario incassare il via libera della Commissione europea chiamata a valutare il rispetto di alcuni obiettivi programmatici a cui gli Stati devono attenersi. Ad ogni modo, lo schema della prossima legge di bilancio fa leva su circa 23 miliardi di euro con cui l'esecutivo lavora non solo per la riduzione delle tasse o per il rifinanziamento del Reddito di cittadinanza, ma con cui vuole anche rinnovare alcuni bonus in scadenza tra la fine di quest'anno e il 2022. Tra questi, c'è anche il Superbonus al 110% per eseguire lavori di rifacimento edilizio, la cui spesa può essere oggetto di detrazione fiscale. Vediamo cosa cambia rispetto al Superbonus in vigore fino ad oggi.
Superbonus solo per condomini e case popolari
La proroga del Superbonus al 110% fino al 2023 può ormai dirsi certa, seppure la misura pare destinata a cambiare nella prossima legge di bilancio. Fino ad oggi, infatti, si può accedere alla misura tanto per i lavori che interessano i condomini quanto per le unità immobiliari indipendenti e per le case popolari. Stando a quanto indicato nel documento programmatico di bilancio, tuttavia, con il rinnovo della misura al 2023, la detrazione fiscale dei lavori di rifacimento degli immobili sarà applicabile solo per condomini e per case popolari, mentre non potrà essere utilizzata per gli interventi che interessano edifici singoli e abitazioni mono e puri familiari. Si attende poi un decreto ad hoc del Ministero dell'economia che metta in chiaro le novità previste per il meccanismo di cessione del credito d'imposta. Altra novità importante, inoltre, consisterebbe nell'addio al bonus facciate che, invece, consiste in una detrazione del 90% delle spese sostenute per i lavori di rifacimento delle facciate degli immobili e che senza essere rinnovata scadrà il 31 dicembre di quest'anno
Le reazioni di PD e M5S, Conte: Bisogna fare di più
Proprio su queste modifiche si sta consumando un serrato dibattito politico. Da un lato c'è il ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini che è subito intervenuto dicendo che il bonus facciate "è una misura che sta funzionando" perché "fa lavorare le imprese e rende più belli borghi e città, dai centri storici alle periferie". A difendere la struttura attuale del Superbonus, introdotta con il decreto Rilancio del secondo governo Conte, è anche il Movimento 5 Stelle. In primis, l'ex presidente del Consiglio che sulla sua pagina Facebook ha scritto: "Bisogna fare di più: il Governo ne garantisca la proroga anche agli edifici non condominiali e la renda accessibile negli anni a venire". A seguire la posizione del leader pentastellato è anche il deputato 5 stelle Riccardo Fraccaro: "Ritengo la scelta del Governo di escludere le case unifamiliari dalla proroga del Superbonus assurda e inaccettabile – scrive sui social – Limitare la misura ai soli condomini escluderebbe la maggior parte delle famiglie italiane e renderebbe vano l'obiettivo di rendere efficienti dal punto di vista energetico tantissime abitazioni".