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Superbonus 110, le ultime notizie

Superbonus 110, quanti sono i cantieri nei condomini ancora incompleti

Secondo gli ultimi dai Enea disponibili, al 31 dicembre 2023 il 15% dei lavori nei condomini ammessi al Superbonus 110% doveva ancora essere completato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo gli ultimi dati dell'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), al 31 dicembre 2023, il 15% dei lavori nei condomini ammessi al Superbonus 110% doveva ancora essere completato.

Il dato è stato ricordato ieri durante l'audizione di Confedilizia nelle Commissioni finanze della Camera sul decreto Superbonus. Si tratta di rilevazioni che non comprendono i lavori relativi al super-sismabonus, ma solo quelli legati al bonus per l'efficientamento energetico.

In particolare, sono 104.856 gli edifici condominiali che hanno maturato investimenti ammessi a detrazione per circa 64 miliardi di euro. Il totale dei lavori realizzati è pari a 54,33 miliardi di euro, che corrisponde all'84,9%. Manca ancora da realizzare circa il 15% dei lavori ammessi alla detrazione.

Come ha ricordato anche l'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), sempre in base al monitoraggio Enea, a fronte di circa 10 miliardi di euro di lavori da terminare nei condomini, si stimano 40mila cantieri condominiali incompiuti, per un totale di circa 350mila famiglie coinvolte e un valore di contratti pari a 28 miliardi di euro.

Per le villette unifamiliari, ricorda ancora Confedilizia, il totale dei lavori ammessi a detrazione (che riguardano 240.441 unità) è pari a circa 27,4 miliardi di euro, mentre il totale dei lavori realizzati è quasi pari a 25,98 miliardi di euro, corrispondenti al 94,6%. Mancano da realizzare opere per circa 1,5 miliardi. Le unità immobiliari funzionalmente indipendenti hanno maturato un totale di investimenti ammessi a detrazione pari a 11,20 miliardi di euro, mentre il totale dei lavori realizzati è pari a 10,74 miliardi di euro, che corrisponde al 95,8%. In questo caso sono rimasti incompiuti lavori per 460 milioni.

Ance boccia il decreto Superbonus

L'Ance ieri, durante l'audizione in commissione Finanze alla Camera, ha bocciato il decreto Superbonus. Secondo l'associazione con questo provvedimento "non solo i lavori avviati rischiano di non essere conclusi ma si acuisce fortemente il rischio di decine di migliaia di contenziosi tra condomini e imprese e viene reso vano lo sforzo compiuto dallo Stato per finanziare un sistema di incentivi volto a efficientare il patrimonio edilizio esistente".

Ance suggerisce quindi di consentire di chiudere ordinatamente l’esperienza del Superbonus, attraverso l'emissione di un Sal straordinario o la concessione una mini proroga di poche settimane solo ed esclusivamente per concludere i cantieri con un elevato stato di avanzamento: in questo modo si riuscirebbero a salvare circa 25mila cantieri e più di 220mila famiglie.

Come ha spiegato ieri la presidente di Ance, Federica Brancaccio alla Camera, "È necessario garantire una chiusura ordinata dei cantieri in corso, salvaguardando anche l’obiettivo del miglioramento energetico e sismico dei fabbricati interessati dai lavori. A tal fine, l’Ance ha individuato due ipotesi di integrazione delle nuove disposizioni, tra loro alternative, finalizzate ad ottenere:

  1. una proroga del Superbonus per le spese sostenute sino al 29 febbraio 2024, riconoscendo la stessa percentuale di detrazione riconosciuta al 31 dicembre 2023 (110% o 90%, a seconda della data della delibera assembleare e della presentazione della Cilas) per interventi, sia "trainanti" che "trainati": effettuati su condomini, o su edifici composti da massimo 4 unità e interamente posseduti da una persona fisica; per i quali è stata esercitata l’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura; realizzati, al 31 dicembre 2023, per almeno il 60% dell’intervento complessivo.
  2. oppure, la possibilità di emissione di un Sal straordinario al 29 febbraio 2024, così da far rientrare nel Superbonus al 110% (o al 90%) tutti i lavori realizzati entro tale data e con possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, anche se il Sal non raggiunge le percentuali minime previste dalla norma (30%, 30% e 40%).
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