Superbonus 110%, c’è la proroga per le villette: le novità su cessione del credito e sconto in fattura
Il decreto Superbonus, o dl 11/2023, è stato approvato dal governo a metà febbraio. Attualmente ha ancora alcune settimane per essere modificato dalle Camere, votato e diventare legge: la scadenza ultima è il 17 aprile, ma l'iter dovrebbe concludersi prima.
Negli scorsi giorni, la commissione Finanza della Camera ha apportato degli emendamenti che, se non saranno cambiati ancora nel dibattito successivo, permetteranno una proroga delle scadenze. In particolare, per le villette unifamiliari è stata prorogata la durata del superbonus 110% fino al 30 giugno. Per i lavori di edilizia libera, sono stati semplificate le procedure per effettuare lo sconto in fattura.
Per rientrare entro il 31 marzo, attuale termine del superbonus 110%, il governo potrebbe anche procedere con un ‘comunicato legge': non un atto legalmente valido, ma un comunicato stampa che assicura che le scadenze slitteranno e che quindi i pagamenti possono continuare, anche se la norma non è ancora stata approvata.
Proroga al 30 giugno del Superbonus 100% per le villette unifamiliari
Per quanto riguarda le costruzioni unifamiliari (ovvero le ‘villette'), ad esempio, il superbonus al 110% viene prorogato fino al 30 giugno. La scadenza precedente, invece, era al 31 marzo. La condizione da rispettare è che i lavori fossero completati almeno al 30% alla data del 30 settembre 2022. Si tratta, quindi, di una proroga per chi aveva già iniziato i lavori alle condizioni precedenti del superbonus, prima della stretta del governo Meloni.
Le altre novità su proroghe e deroghe
Le operazioni di sconto e cessione crediti continueranno anche per i lavori effettuati per l'edilizia pubblica (l'ex Iacp, istituto per le case popolari) e dalle onlus, oltre che nei 140 Comuni del Centro Italia colpiti da terremoti – il cosiddetto Sismabonus. Si prolungano anche i bonus barriere, per eliminare le barriere architettoniche.
In quali casi si applica la semplificazione dello sconto in fattura
Per quanto riguarda l'edilizia libera (infissi, caldaie, pannelli solari, pompe di calore…), i lavori si possono fare con lo sconto in fattura se i lavori sono iniziati prima del 16 febbraio. La novità introdotta dagli emendamenti al decreto, attualmente, non è uno slittamento di questa scadenza. Per attestare l'inizio dei lavori, però, basterà un bonifico parlante o un'autocertificazione di azienda e committente.
Superbonus, le detrazioni Irpef spalmabili per 10 anni
Le maggiori novità riguardano gli aspetti fiscali della misura. Ad esempio, la riscossione del rimborso tramite detrazioni Irpef. Inizialmente, con il superbonus si riceveva una detrazione dalle tasse pari al 110% della spesa effettuata, e questa si poteva recuperare in cinque rate annuali. Il governo a dicembre aveva abbassato la quota a quattro anni, per tutte le spese effettuate da gennaio 2023 in poi.
Questo aveva complicato le cose per chi ha un reddito basso: infatti, le detrazioni si possono riscuotere sul proprio Irpef, ma se il reddito è basso, la detrazione non può superare una certa soglia. È il principio della capienza fiscale. Chi ha un reddito da 30mila euro all'anno, ad esempio, non può segnare ogni anno detrazioni per 40mila euro, anche se questa è la cifra che gli spetterebbe.
La maggioranza, quindi, ha stabilito che la detrazione del superbonus si potrà recuperare in dieci anni invece che in quattro. Questo permetterà di diluire la quantità di denaro da recuperare, e anche chi ha un reddito più basso potrà richiederla. Dovrebbe comunque essere possibile, per chi se lo può permettere, richiedere di avere il rimborso in quattro anni.
Tentativo di sbloccare la cessione dei crediti
Anche per quanto riguarda la vendita del credito ci sono delle novità. Il meccanismo della cessione dei crediti è questo: chi non ha la possibilità di aspettare i rimborsi, che sia la famiglia che ha commissionato i lavori o l'azienda che li ha fatti, può ‘vendere' il proprio credito a una banca, così ottiene i soldi subito e la banca aspetta i rimborsi dello Stato negli anni successivi.
Le difficoltà negli ultimi mesi erano state legate al blocco della cessione dei crediti: le banche, le assicurazioni e le Poste avevano smesso di comprare i crediti d'imposta. Perché non avevano più abbastanza soldi per acquistarli tutti, e anche perché le regole sul superbonus cambiavano molto spesso. In questo modo, dicevano, non c'era sicurezza su alcuni aspetti chiave del meccanismo dei rimborsi. Secondo le stime, in questo modo si sono bloccati 15 miliardi di euro di crediti d'imposta.
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha detto che il governo "si impegnerà sui crediti incagliati perché si tratta di famiglie e imprese che in buona fede hanno creduto ai messaggi fuorvianti della gratuità per tutti". A quanto emerge da fonti di stampa, il ministro avrebbe consultati i vari istituti di credito e molti sarebbero pronti a ripartire con gli acquisti.
Uno dei motivi sarebbe una nuova norma, inserita nel decreto, sulle truffe con il superbonus: la banca che acquista il credito d'imposta derivante da una truffa non sarà considerata responsabile, se ha tutta la documentazione in regola (a meno che non ci sia stata l'intenzione di truffare anche da parte della banca stessa, ovviamente). L'attuale scadenza per cedere i crediti d'imposta accumulati nel 2022 è il 31 marzo 2023. Ci sarebbe però la possibilità di procedere anche oltre, fino al 30 novembre 2023, pagando una penale di 250 euro per il ritardo.