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Superbonus 110, le ultime notizie

Superbonus 110, a rischio i crediti che scadono nel 2023: cosa succede ai lavori non ultimati dal 1 gennaio

Il governo sta valutando soluzioni per affrontare il problema dei crediti del Superbonus 110: c’è il rischio concreto che chi non riesce a cedere entro il 30 novembre 2023 tutti i crediti maturati con i lavori effettuati nel 2022 li perda.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo non ha ancora deciso cosa fare con il Superbonus 110%. Se da una parte il ministro Giorgetti (Lega) sembra irremovibile sulla scelta di non prolungare la misura per i condomini che devono ancora ultimare i lavori, oltre il termine già fissato del 31 dicembre, Forza Italia chiede invece di prolungare il bonus edilizio per permettere ai condomini di ultimare i lavori ancora in corso.

A fine settembre i cantieri nei condomini erano a un livello di avanzamento del 74,7%: mancano ben 12 miliardi di lavori in 20mila condomini. La scorsa settimana gli azzurri in Senato sono riusciti a far approvare un ordine del giorno al decreto Asset, ottenendo il parere favorevole dell'esecutivo, in cui si chiede appunto di allungare "di almeno tre mesi il termine di applicazione del Superbonus" per i condomini che hanno già iniziato i lavori. Ma quell'impegno non è vincolante.

Visto che la proroga non è stata inserita nel decreto Asset, da poco approvato, le soluzioni che si profilano per inserire il prolungamento della misura potrebbero arrivare con la prossima manovra, anche se nella Nadef non c'è alcun riferimento che vada in questa direzione. Oppure il provvedimento potrebbe essere inserito in una delle leggi di conversione disponibili da qui al 31 dicembre 2023.

Il problema dei crediti maturati con i lavori effettuati nel 2022

Il governo sta studiando alcuni possibili soluzioni per il problema dei crediti incagliati, visto che, secondo i dati Ance, ci sono 350mila famiglie in difficoltà: perché se non si risolve il problema dei crediti di imposta la proroga del Superbonus al 110% per i condomini, di per sé, non serve a nulla. E per il momento sembra accantonata l'ipotesi di aprire una piattaforma di Enel X dedicata ai crediti, che secondo gli annunci avrebbe dovuto facilitare le cessioni.

Il nodo è rappresentato soprattutto dalle detrazioni Superbonus maturate sulle spese del 2022. Una buona parte dei crediti che scadono quest'anno, scrive il Corriere della Sera, rischia di non trovare compensazione. Per chi li detiene diventerebbero carta straccia, e se la somma non compensata fosse ‘non irrilevante' Eurostat tornerebbe alla classificazione del passato "scaricando sui prossimi anni tutto il deficit per il 110% che è già stato scontato in passato", riporta il quotidiano Il Corriere della Sera.

Nel 2024 l'indebitamento netto crescerebbe come minimo di 0,3 punti di Pil, lo stesso nel 2025 e nel 2026, allontanando ancora di più il risanamento e la riduzione del debito. "Mi rendo conto che è un tema quello dei cittadini che rischiano di perdere i crediti", si è limitato a dire Giorgetti nell'audizione sulla Nadef, rispondendo ai parlamentari che lo sollecitavano sul punto.

Su richiesta del governo Poste italiane, dallo scorso 3 ottobre, ha ricominciato ad acquistare i crediti dei bonus edilizi, ma con molti paletti: massimo 50mila euro e solo per le prime cessioni, direttamente dai beneficiari. Ma soprattutto Poste compra solo i crediti con scadenza nel 2024 e negli anni successivi. Non quelli che scadono nel 2023, relativi alle spese 2022, parte dei quali non è stata ancora comunicata all'Agenzia delle Entrate. Chi non riuscirà a cedere i crediti per i lavori effettuati nel 2022 con il bonus edilizio entro il 30 novembre 2023, rischia di perderli per sempre.

Attraverso la cosiddetta ‘remissione in bonis', infatti, entro fine novembre i contribuenti possono continuare a vendere i crediti di imposta, comunicando le cessioni dei crediti e gli sconti in fattura delle spese relative al 2022, pagando una sanzione di 250 euro per ciascuna operazione di compravendita.

Quali sono le prossime scadenze per il Superbonus 110

Senza modifiche delle norme attuali, tutti gli interventi nei condomini, a partire dal 1 gennaio 2024, passeranno da una percentuale del 90% (o del 110, se avevano approvato i lavori e presentato la Cilas entro il novembre del 2022) a una del 70%. Nel 2025, poi, si scenderà ulteriormente a un'aliquota del 65%.

Per quanto riguarda invece gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari indipendenti e autonome, è stata confermata  l'aliquota del Superbonus nella misura del 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, per quei lavori che che alla data del 30 settembre 2022 avevano già raggiunto una percentuale di completamento dei lavori pari almeno al 30% dell'intervento complessivo.

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