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Super Green Pass in arrivo: cosa cambia da dicembre con le nuove regole anti Covid

Con i casi Covid in aumento si avvicina il super Green pass: il governo pensa una stretta per la certificazione, che si potrà ottenere solo dopo il vaccino o la guarigione.
A cura di Annalisa Cangemi
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La stretta del governo sul Green pass è ormai certa, con la quarta ondata che fa paura e i casi in aumento in diverse Regioni, come Friuli-Venezia Giulia e Provincia autonoma di Bolzano. Anche se la prossima settimana tutta Italia rimarrà bianca, e la terza dose per 40enni e 50enni è stata anticipata di una settimana rispetto alla tabella di marcia iniziale, con le somministrazioni che partiranno domani, lunedì 22 novembre, l'esecutivo proporrà a breve un Green pass rinforzato.

Il governo ne discuterà domani all'incontro con le Regioni, poi verrà convocata una cabina di regia a metà settimana, per vagliare tutte le possibilità. Alcuni governatori del Nord, come Fedriga e Toti, vorrebbero comunque che le nuove misure non impattassero indistintamente su tutta la popolazione, ma solo sui non vaccinati. Secondo le Regioni, in caso di cambiamenti di fascia, con il ritorno delle zone gialle, arancioni o rosse, le misure anti Covid, con le annesse chiusure delle attività, non dovrebbero essere applicate come prima, ma dovrebbero valere solo per i non immunizzati.

Il super Green pass

Il governo vuole vincere le resistenze di chi ancora non si è immunizzato. Una strategia possibile è quella del super Green pass. Significa che per ottenere la certificazione verde non basterà più il tampone, antigenico o molecolare: bisognerà sottoporsi alla vaccinazione anti Covid per poter ottenere il lasciapassare, oppure bisognerà essere guariti dall'infezione. Il consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi, ha suggerito di eliminare solo il test rapido, lasciando solo di effettuare un molecolare, per ottenere la certificazione verde che serve per entrare al ristorante, al cinema o in palestra. Un'altra idea sul tavolo è quella di mantenere il tampone rapido, ma ridurne la validità da 48 a 24 ore, per i rapidi, e da 72 a 48 ore per i molecolari. Per il momento si tratta ancora di ipotesi, ma la direzione è quella di introdurre misure più stringenti in vista delle festività natalizie.

L'esclusione dei tamponi comunque non riguarderà i luoghi di lavoro. Dallo scorso 15 ottobre infatti il Green pass è diventato obbligatorio per tutti i lavoratori del pubblico e del privato, senza eccezioni. Per questa categoria il super Green pass non è previsto: si potrà continuare a ottenere la certificazione verde con il tampone.

Verranno poi ampliati i luoghi in cui è necessario munirsi di lasciapassare. Se per il momento infatti il Green pass è richiesto solo per i trasporti a lunga percorrenza, come treni o aerei, da dicembre potrebbe essere necessario anche per viaggiare a bordo dei mezzi di trasporto pubblici. Ma per i trasporti a lunga percorrenza il Green pass non dovrebbe subire variazioni, e potrebbe essere scaricato ancora dopo il tampone. Almeno in una prima fase.

Quel che è certo è che a breve la validità del Green pass per i vaccinati, che al momento è di 12 mesi, verrà ridotta a 9 mesi. La ragione di questa scelta è legata alla campagna vaccinale: in questo modo sarà più semplice convincere i cittadini a fare i richiami, previsti una volta trascorsi i 6 mesi dal completamento del primi ciclo vaccinale.

Terza dose dopo 5 mesi

Proprio venerdì il ministero della Salute ha annunciato la possibile riduzione dell'intervallo calcolato dalla seconda dose, per poter effettuare il richiamo. Sul questo punto si attende il via libera dell'Aifa, ma a breve si potrà fare la terza dose una volta trascorsi 5 mesi dall'ultima vaccinazione. Al momento l'indicazione è quella di aspettare sempre 6 mesi dalla seconda dose, ma "accorciare l'intervallo" potrebbe essere possibile, ha spiegato il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.

Obbligo vaccinale è ancora un'opzione

Non è da escludere comunque la via dell'obbligo vaccinale per alcune categorie, un'ipotesi che si fa sempre più largo. L'idea, come anticipato anche dal coordinatore del Cts Franco Locatelli e dalla consulente del ministro Speranza ed ex sottosegretaria Sandra Zampa, è quella di rendere il vaccino obbligatorio per le persone che lavorano a contatto con il pubblico, ovvero personale scolastico, forze dell'ordine e dipendenti della Pubblica amministrazione.

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