Super green pass da record, ma il governo chiude alla deroghe e pensa a nuove misure
Il giorno uno del super green pass è stato un successo. O meglio, non ci sono stati intoppi. Sì, perché il rischio che potessero esserci problemi, soprattutto nella gestione del trasporto pubblico locale (dove è scattato l'obbligo di green pass base), effettivamente era più che plausibile. Il governo, però, non esulta. Anche perché si tratta solo del primo giorno e non è detto che i prossimi giorni saranno in discesa. In più c'è la questione contagi da tenere sotto controllo, per capire in che tempo le nuove misure riusciranno ad avere un impatto. La preoccupazione di tutti ha un nome: il Natale. Le feste, al momento, non sono del tutto salve. Ma ci siamo messi sulla strada giusta per evitare nuove restrizioni che comunque – se la situazione dovesse peggiorare ancora – nessuno può escludere categoricamente.
Le somministrazioni giornaliere di vaccino contro il Covid, intanto, continuano a viaggiare a ritmo sostenuto. Persino più rapidamente del piano del generale Figliuolo, che prevedeva circa 400mila iniezioni al giorno nelle prime due settimane di dicembre. Il governo, però, non ha nessuna intenzione di mollare la presa, anzi. Nonostante le richieste delle Regioni non è prevista alcuna deroga per i ragazzi nella fascia 12-18 anni che utilizzano i mezzi pubblici: devono avere ed esibire – in caso di controllo a campione – almeno il green pass base. Nessun passo indietro, né alcun periodo cuscinetto tra la prima vaccinazione e l'arrivo del super green pass. Eventualmente i presidenti di Regione possono inasprire le norme sui mezzi pubblici, inserendo ad esempio l'obbligo delle mascherine Ffp2.
I controlli sui mezzi pubblici, durante la prima giornata in cui sono state applicate le nuove regole, sono andati avanti regolarmente. Sono scattate le prime multe, anche se in misura molto ridotta. Nello stesso giorno in cui si è segnato il record di certificazioni verdi scaricate: un milione e 310mila in ventiquattro ore. Le vaccinazioni contro il Covid, spinte soprattutto dalle terze dosi (che potranno fare anche i guariti già vaccinati), toccano quota 99,2 milioni di dosi somministrate dall'inizio della campagna. E anche sulla terza dose si comincia a raccogliere numeri importanti: l'hanno fatta 9.135.126 di italiani, pari al 44,46% della popolazione a cui è somministrabile, ovvero chi ha fatto la seconda da almeno cinque mesi. Proprio il vaccino potrebbe, se non ci dovessero essere alternative tra qualche settimana, diventare obbligatorio. Certo, se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare ancora nelle prossime settimane non basterebbe l'obbligo vaccinale. Servirebbero nuove misure per affrontare il periodo di Natale, e questo il governo lo sa.