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Covid 19

Super Green Pass al lavoro, mascherine FFP2 e anticipo terza dose: in arrivo stretta di Natale

Oggi la cabina di regia del governo discuterà delle nuove misure anti Covid per le feste di Natale: si valuterà la possibilità di estendere il Super Green Pass a tutti i luoghi di lavoro e l’introduzione delle mascherine FFP2 negli ambienti al chiuso.
A cura di Annalisa Cangemi
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Durante la cabina di regia convocata a Palazzo Chigi, come anticipato dal presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della conferenza stampa di fine anno, verranno decise le nuove misure anti Covid per le vacanze natalizie. La stretta è stata annunciata nei giorni scorsi, e ha lo scopo di innalzare il livello di sicurezza e protezione contro la diffusione della variante Omicron, che rischia di mettere in ginocchio tutta Europa.

Il premier ieri ha anticipato alcune delle nuove norme che potrebbero entrare in vigore nei prossimi giorni: si valuterà un eventuale ritorno alla smart working – anche se sul punto non c'è accordo nella maggioranza, perché il ministro della Pa Renato Brunetta non vuole fare marcia indietro sul ritorno del lavoro in presenza negli uffici – e poi, ipotesi queste molto più probabili, si discuterà di una possibile riduzione della validità del certificato verde, da 9 a 6 mesi, dell'estensione del Super Green Pass nei luoghi di lavoro (cioè il Green Pass che si ottiene esclusivamente con il vaccino e non con i tamponi), di una riduzione dell'intervallo tra seconda e terza dose, per poter effettuare i richiami a tutti in tempi più brevi, dell'introduzione dell'obbligo di mascherina all'aperto anche in zona bianca (non solo nei luoghi dove più alto è il rischio di assembramenti, misura questa già prevista), e infine dell'utilizzo delle mascherine FFP2 in alcuni contesti, per esempio nei cinema o sui trasporti.

C'è poi in ballo un altro tema, che ha un peso rilevante nella strategia per affrontare l'emergenza sanitaria, e cioè quello del possibile abbandono dei test antigenici, che secondo alcuni esperti potrebbero essere meno affidabili e precisi nell'individuazione dei casi di variante Omicron.

Uno dei nodi da sciogliere è quello dei tamponi obbligatori per i vaccinati che partecipano a eventi allarganti, come feste in discoteca o stadi, almeno per coloro che non hanno ancora ricevuto la dose booster e che quindi hanno un'immunità più bassa. La questione è di difficile soluzione, perché molte forze politichesi sono già dette contrarie all'imposizione di nuove restrizioni ai vaccinati. Ieri Matteo Salvini ha detto chiaramente che si opporrà a quest'ipotesi: "Gli italiani hanno dimostrato enorme pazienza e rispetto delle regole, a mio avviso gravare ulteriormente sui 50 milioni di vaccinati imponendo tamponi obbligatori per la vita di tutti i giorni sarebbe un controsenso. Votare contro? Non c'è da votare, c'è da discutere, penso che occorra premiare la pazienza degli italiani, non punirla. Un limite oltre il quale sicuramente non andremo mai sono gli obblighi per i bimbi, perché spetta alla mamma e al papà. E non voglio imporre altri oneri a gente che si è fatta due o tre dosi". Mentre a proposito dell'eventuale abolizione dei tamponi antigenici ha detto: "Togliere gli antigenici dai tamponi che consentono di avere il Green Pass? Non si sa ancora nulla".
Draghi si è detto favorevole all'obbligo di mascherina all'aperto, come misura di contrasto alla diffusione dei contagi, e ha fatto capire che anche sulle mascherine FFP2 obbligatorie in alcuni ambienti chiusi e sui trasporti pubblici nella maggioranza ci sarebbe un ampio consenso.

Nessun ritorno alla Dad e obbligo vaccinale rimandato

Non ci sarà invece nessun ritorno alla Dad, né è previsto alcun prolungamento delle vacanze scolastiche, nonostante l'aumento dei casi Covid nelle scuole registrato nelle ultime settimane. Draghi ha parlato anche dell'obbligo vaccinale per tutti o per alcune specifiche categorie, una strada che, ha precisato, non è stata esclusa dall'esecutivo, ma che non rientrerà tra i temi che verranno affrontati oggi e che verrà valutata eventualmente a gennaio.

Terza dose a 4 mesi dalla seconda

Cruciale nella gestione della pandemia sarà l'anticipo dei richiami, che per il momento vanno effettuati non prima dei 5 mesi dalla seconda somministrazione. La linea del governo è stata anticipata ieri dal sottosegretario alla Salute Sileri: "Domani dalla cabina di regia usciranno delle indicazioni. Una novità potrebbe essere l'anticipo della terza dose. Sappiamo che a cinque mesi cala l'efficacia del vaccino, magari si potrà anticiparla o ci sarà la possibilità di prenotarla per alcune fasce d'età". Anche l'altro sottosegretario al ministero della Salute, Andrea Costa, ha confermato a Fapage.it che si tratta di un'ipotesi sul tavolo: "Si valuterà l'ipotesi di anticipare da 5 a 4 mesi la tempistica per la terza dose".

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