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Pensioni

Sulle pensioni il governo non andrà oltre la conferma di Quota 103: per Quota 41 le risorse non bastano

Nella prossima manovra di bilancio il governo sembra orientato a confermare l’attuale assetto, e cioè a prorogare Quota 103. Un’operazione che avrebbe già un costo di due miliardi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Con la prossima manovra di bilancio, sulle pensioni si va verso la proroga di Quota 103, la misura introdotta quest'anno che consente di uscire dal lavoro con 5 anni di anticipo, e cioè a 62 anni, invece che a 67, e 41 anni di contribuzione, (requisiti che bisogna raggiungere entro il 31 dicembre 2023).

Il sottosegretario Durigon aveva già anticipato che la conferma di Quota 103, ricordando che sul lungo periodo l'obiettivo del governo resta Quota 41, che permetterebbe di andare in pensione con con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. "E già la quota 41 nella quota 103, con 62 anni di età, è un primo passo in questa direzione. Con la Quota 102 di Draghi andarono in pensione 108.000 persone con la Quota 103, come la chiamate voi coi 41 anni di contributi ed il 62 anni di età, già oggi sono 17.000 quelli che hanno lasciato il lavoro in anticipo, poi ci sono tutte le altre domande in lavorazione, per cui raggiungeremo certamente le 40-50.000 uscite previste a fine anno", aveva spiegato Durigon a giugno.

"Sulle pensioni la nostra posizione rimane chiara, e l'abbiamo anche discusso con Giorgia Meloni durante la riunione di maggioranza. Purtroppo, il periodo in cui disponevamo di ampie risorse finanziarie è ormai passato. Ora è necessario effettuare una scelta: concentrare le risorse disponibili anziché disperderle, focalizzandoci sulle priorità che abbiamo di fronte. Crediamo che tali priorità siano rappresentate dal lavoro, dal sostegno alle famiglie e dall'incremento dei salari. Quota 41, oggi, secondo noi, riveste un'importanza prioritaria. Questa posizione coincide con quella che abbiamo assunto riguardo alle accise. La ragione per cui al momento non diminuiamo le accise non è una mancanza di coerenza, ma il risultato di una scelta di concentrare le risorse verso chi ne ha maggior bisogno", ha detto oggi Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, a Rtl 102.5.

Attuare Quota 41 già con la prossima manovra appare però un traguardo alquanto improbabile, dati i vincoli di bilancio. Secondo i tecnici la spesa stimata, scrive il Corriere della Sera, sarebbe di poco più di un miliardo nel 2024 e di 2,2 nel 2025, cifre basate però sul fatto che probabilmente solo il 50% della platea potenziale di chi raggiungerà 41 anni di contributi l'anno prossimo sceglierebbe l'opzione Quota 41. Il restante 50% potrebbe rinunciare a causa della riduzione dell'assegno legata al calcolo integrale col contributivo. Ma la spesa prevista per la misura sarebbe comunque troppa alta per il prossimo autunno.

Per questo la ministra del Lavoro Calderone si è limitata a dire, intervenendo al meeting CL di Rimini, che il governo "non farà marcia indietro sugli anticipi pensionistici". E ancora: "Dovremo lavorare per comprendere come inserire altri strumenti e rivederne alcuni , come l'anticipo sociale, che vedo più ampio, e per le donne". Tradotto: con la manovra non si andrà oltre la semplice proroga di Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Già in questo modo l'esecutivo dovrà mettere in conto una spesa di un paio di miliardi.

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