Sulla parità di genere nel mondo del lavoro l’Italia è fanalino di coda dell’Unione europea
La promozione dell'uguaglianza di genere è uno degli obiettivi centrali indicati dalla Commissione europea agli Stati membri, che si apprestano a varare i vari Piani di rilancio dopo l'emergenza coronavirus. L'Unione europea da anni monitora il divario tra cittadini e cittadine in diversi ambiti attraverso lo strumento del Gender Equality Index, sviluppato dall'Eige, l'istituto per l'uguaglianza di genere. E, come fa notare Openpolis, il nostro Paese è in fondo alla classifica quando si tratta di gender gap e mondo del lavoro.
Il nuovo parametro dell'Eige per studiare il gender gap, quello della violenza sulle donne
Prima di arrivare ad analizzare la situazione italiana, bisogna precisare quali sono gli ambiti che l'Eige analizza, i cosiddetti domini, per fotografare le disparità tra uomini e donne nei diversi Stati membri. Si tratta di ambiti della vita quotidiana dove le donne si trovano in una condizione di svantaggio e sono: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute. Tuttavia, in futuro (i primi dati saranno disponibili nel 2023) verrà aggiunto un settimo dominio, cioè quello che analizza la situazione rispetto alla violenza sulle donne.
In generale, per ogni ambito viene assegnato un punteggio che va da 0 a 100. Dalla media di queste cifre se ne ricava poi una generale per il Paese: più questo è alto, più si avvicina al raggiungimento della piena parità di genere. Il numero della media europea è 67,9. Per l'Italia siamo fermi a 63,5. Il nostro Paese si trova quindi al di sotto della media europea, circa a metà nella classifica dei Paesi che vede al primo posto la Svezia e all'ultimo la Grecia.
L'Italia ultima in classifica per parità di genere nel lavoro
Questo per quanto riguarda il punteggio generale. Se andiamo però ad analizzare nello specifico i diversi indicatori, emerge che il nostro Paese è fanalino di coda per quanto riguarda la parità di genere nel mondo del lavoro. L'Eige assegna infatti all'Italia il punteggio più basso con soli 63,3 punti, quasi dieci in meno rispetto alla media europea al 72,2 su 100.
L'unico dominio in cui troviamo l'Italia al di sopra della media europea è quello della salute. Ma in generale, il nostro Paese è indietro rispetto alla media dell'Unione. Tuttavia, negli anni, sono stati fatti dei passi avanti. Dal 2010 al 2020 abbiamo guadagnato ben otto posizione nell'indice complessivo sulla parità di genere. E il ritmo con cui ci avviciniamo al raggiungimento dell'uguaglianza è sostenuto, sottolinea l'Eige. L'Italia è infatti migliorata in quasi tutti i domini, soprattutto in quello del potere grazie anche all'introduzione delle leggi sulle quote di genere in ambito politico ed economico.