Sulla Libia non è cambiato nulla, stiamo continuando a finanziare chi tortura i migranti
Di Gregorio De Falco, senatore del Gruppo Misto
Martedì al Senato della Repubblica e ieri alla Camera dei deputati le Commissioni esteri e difesa hanno ratificato il rifinanziamento di tutte le missioni militari all'estero. Le forze politiche maggiori hanno impedito il passaggio in Aula, per evitare che emergessero voci critiche non omologate e sgradite.
È la prima volta che si impedisce questo passaggio democratico che pone i parlamentari dinanzi all'opinione pubblica e alla responsabilità delle proprie scelte. Nel chiuso delle Commissioni del Senato, l'approvazione votata martedì è stata unanime e molto formale e tutto si è concluso in un quarto d'ora. Ieri, alla Camera, invece, vi è stata la opposizione del gruppo dei deputati di ManifestA che ha votato contro tutte le missioni e, a maggior ragione, contro le missioni volte alla cattura e al respingimento collettivo dei migranti che partono dalla Libia.
Anche un paio di deputati del Partito Democratico hanno votato contro la (sola) scheda 47, quella che prevede fondi per l'addestramento della cosiddetta Guardia Costiera Libica. Si tratta, purtroppo, di vero fumo negli occhi, giacché, come ha ammesso il Ministro della Difesa, quell'addestramento è effettuato dai turchi fin dalla fine del 2020. Quindi, come l'anno scorso, c'è da chiedersi cosa si stia finanziando con quelle risorse.
E comunque, non mi sembra ci sia molto da rallegrarsi, atteso che poi il Pd ha votato per fornire ai libici pezzi di ricambio e le spese di manutenzione per le motovedette che l'Italia ha loro fornito per catturare i migranti in fuga via mare dall'Inferno libico, e per riconsegnali ai loro aguzzini dei lager dove sono ridotti in schiavitù, sistematicamente torturati, dove le donne vengono violentate e dove si viene uccisisi "per un sì o per un no".
Non mi rallegro affatto, quindi, per quello che è uno dei giorni più bui e vergognosi nella storia recente della Repubblica Italiana.