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Sulla carta di identità i genitori resteranno “padre” e “madre” (anche se sono dello stesso sesso)

Sulla carta di identità rimangono le diciture “madre” e “padre”. Lo ribadisce il governo, nonostante il Tribunale di Roma appena un mese fa aveva dato ragione a due mamme, scrivendo nel documento semplicemente “genitore”.
A cura di Annalisa Girardi
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Sulla carta di identità resta il binomio "padre" e "madre". Dopo che il Tribunale di Roma, appena poco più di un mese fa, aveva dato ragione alle mamme di una bambina, disapplicando il decreto voluto da Matteo Salvini e facendo scrivere sul documento semplicemente "genitore", il governo ribadisce che le regole restano quelle del provvedimento del 2019. Si tratta di una decisione dei ministeri di Interno e Famiglia. E proprio la titolare di quest'ultimo, Eugenia Roccella, ha confermato a Repubblica che nelle carte di identità resterà la dicitura "padre" e "madre".

La conferma della ministra Roccella

"Si è fatto tanto rumore per quella decisione – ha detto la ministra al quotidiano, parlando appunto della sentenza del Tribunale di Roma – ma si tratta di una sentenza individuale, che vale per la singola coppia che ha fatto ricorso".

Per tutti gli altri, quindi, il riferimento continuerà a essere quello del decreto Salvini. A meno che, appunto, non si decida di fare ricorso. In quel caso, chiaramente, non è detto che il giudice decida di accoglierlo e dare ragione alla coppia che lo presenta.

Salvini: "Mamma e papà non si toccano"

Anche il leader della Lega oggi è intervenuto sull'argomento, scrivendo su Twitter: "Mamma e papà, le parole più belle e dolci del mondo, non si toccano". A novembre, quando il Tribunale di Roma si era espresso, Salvini si era detto sconcertato.

Anche la ministra del Turismo ed esponente di Fratelli d'Italia, Daniela Santanché, oggi si è compiaciuta per la posizione del governo sul tema. "Sulla carta d'identità dei minori rimarranno le diciture ‘padre' e ‘madre'. Una piccola grande vittoria, frutto del buon senso, in difesa dei diritti dei nostri figli", ha scritto su Twitter.

Critico invece il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto: "Sono parole talmente belle che ci sono bambini che ne hanno due e che, come tutti gli altri bambini, hanno diritto di essere riconosciuti e tutelati dalla Repubblica. Invece di fare retorica, il governo si attenga alle sentenze dei tribunali".

Gaynet denuncia: "Governo mette alla gogna famiglie arcobaleno"

All'attacco anche Rosario Coco, Presidente di Gaynet: "Mentre festeggia il suo Natale il governo mette alla gogna i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno. E meno male che era c'era il ministero della natalità. Nonostante la recente sentenza del tribunale di Roma, il governo decide di mantenere la dicitura madre e padre nelle carte di identità, anziché genitore", ha scritto in una nota.

Per poi aggiungere: "Secondo il governo si tratterebbe solo di un caso specifico e le famiglie omogenitoriali possono comunque fare ricorso. In pratica, per evitare un documento falso ai loro figli e figlie le famiglie arcobaleno devono passare da un tribunale spendendo migliaia di euro. Sembra di commentare un film distopico ma purtroppo è la realtà". E infine, concludere: "La maggioranza rimane incollata a un familismo grottesco e fuori dal mondo, visto che in Italia secondo l'Istat le persone che vivono da sole superano le coppie con bambini. Prima di stracciarsi le vesti per l'inverno demografico Roccella e Meloni riconoscano subito gli stessi diritti a tutti i bambini e le bambini e le stesse responsabilità a chi vuole essere genitore".

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