Suicidio assistito, ddl fine vita oggi in Aula. Magi: “Rischiamo di perdere un’occasione storica”

Il disegno di legge sul fine vita è arrivato alla Camera. Si tratta di un testo che recepisce la sentenza della Corte Costituzionale del 2019 sulla non punibilità per chi agevola il suicidio medicalmente assistito di un malato terminale (sempre rispettando una serie di condizioni). Dopo un'iter complesso nelle commissioni Giustizia e Affari sociali, con i voti contrari del centrodestra, la proposta è arrivata in Aula, ma c'è chi teme che la discussione non porterà a grossi cambiamenti. "In questi giorni si è scritto che questo dibattito in Aula avesse un valore storico. Ed effettivamente lo è, se si pensa che era il 1984 quando Loris Fortuna presentò la prima proposta di legge sul tema dell'eutanasia. Ma il rischio è che questo Parlamento viva in realtà una storica occasione persa", ha detto il deputato di +Europa Riccardo Magi durante la discussione.
Ricordando le storie di Luca Coscioni, Piero Welby, Eluana Englaro e Dj Fabo, Magi ha aggiunto: "Il testo uscito dalle commissioni, da un dibattito un po' surreale che abbiamo aspettato tre anni perché avvenisse (e alla fine è avvenuto un po' sbrigativamente, rinviando le decisioni sui nodi essenziali), rischia di consegnare a questo Parlamento una storica occasione persa". Per poi precisare: "Questi nodi vanno chiariti e bisogna farlo nella direzione di garantire davvero a tutti i cittadini senza discriminazioni dignità e libertà di scelta sul fine vita. C'è la questione dei sostegni sanitari vitali: se questa non viene affrontata ed emendata nel modo giusto rischia di discriminare e tenere fuori tantissimi malati, ad esempio molti malati oncologici. Possiamo noi permetterci di arrivare ad una norma che nel minuto successivo all'approvazione è già passibile di successivi giudizi di incostituzionalità?".
Un altro nodo sarebbe quello riguardante il punto del testo in cui si tocca il tema dell'obiezione di coscienza: "C'è poi il tema dell'obiezione di coscienza. Ma insomma, non ci ha insegnato nulla quanto avviene nel nostro Paese sull'obiezione di coscienza per l'aborto? Con intere Regioni in cui oltre il 90% dei medici è obiettore?", ha detto Magi. Che ha poi concluso: "Concludo su una questione politica. Nel momento in cui si fanno dei compromessi rispetto a un'altra parte politica, come è possibile che nonostante si modifichino in senso peggiorativo alcuni punti di quello che era il testo base, poi comunque resti la contrarietà della parte che ha chiesto quei compromessi? Allora mi viene da pensare che da quelle parti non ci sia la convinzione di fare un testo che almeno corrisponda alla sentenza della Corte Costituzionale. Quello che arriva oggi in Aula non ha queste caratteristiche, spero che saremo in grado di modificarlo insieme".
L'associazione Luca Coscioni ha presentato una serie di emendamenti che ha annunciato di voler inviare a tutti i parlamentari, in modo che ne tengano conto durante la discussione. Marco Cappato, tesoriere dell'associazione che da anni porta avanti la battaglia per l'eutanasia legale, ha commentato: "Ascoltando il dibattito alla Camera dei deputati è chiaro che per alcuni gruppi parlamentari la legge è un'occasione per mettere in discussione conquiste già realizzate più che per creare nuovi diritti. Bisogna perciò ricordare a tutti che l'interruzione delle terapie salvavita con sedazione profonda è già legale da 4 anni in Italia (ed era già riconosciuta dalla giurisprudenza dei 10 anni precedenti), ma anche il cosiddetto aiuto al suicidio è già legale da due anni, proprio in base alla sentenza della Corte costituzionale".
E ancora: "Quello di cui c'è bisogno, dunque, non è una legge purché sia, ma il miglioramento delle regole attuali per dare tempi certi alla procedure e eliminare la discriminazione contro persone come i malati di cancro, che non sono attaccate a una macchina", ha concluso Cappato, sottolineando che per una revisione più profonda della materia si dovrà aspettare il referendum promosso proprio dall'associazione Coscioni.