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Opinioni

Sui migranti Conte è stato complice di Salvini, non basta una lettera per rifarsi una verginità

La lettera di Conte sul caso Open Arms è stata interpretata da molti come uno schiaffo a Salvini e una lezione di umanità e dignità. Non basta un post acchiappalike per compensare il disastro che le scelte del governo hanno contribuito a determinare in tema di gestione dei flussi e di accoglienza. E la responsabilità di Conte è enorme.
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La lettera di Giuseppe Conte al ministro dell'interno Matteo Salvini, in relazione al caso Open Arms, è stata l'evento politico della giornata di Ferragosto. Una lettera aperta, che seguiva quella privata per chiedere a Salvini lo sbarco e l'assistenza dei minori presenti sulla Open Arms, che è stata accolta con grande entusiasmo non solo dai tanti sostenitori del Movimento 5 Stelle, ma anche da tanti italiani che hanno interpretato il messaggio come un ulteriore momento di svolta nella linea del capo del governo alla questione immigrazione. Perché, se è vero che Conte rivendica il suo approccio "ispirato alla tutela dei diritti fondamentali e della dignità della persona e alla protezione dei nostri interessi nazionali" e non fa abiura rispetto ai provvedimenti degli ultimi mesi, allo stesso tempo critica duramente "l'assoluta intransigenza di Salvini", lo accusa di sleale collaborazione, di aver operato strappi istituzionali per l'ansia di comunicare e sostanzialmente gli ricorda che sul caso Open Arms "ancora una volta i nostri omologhi europei ci tendono una mano". Insomma, la traduzione corretta è: smettila di giocare una partita politica sulla pelle dei naufraghi della Open Arms, metti da parte l'ideologia e la ricerca del consenso perché il caso è sostanzialmente risolto, grazie alla disponibilità degli altri stati UE. Alla posizione di Conte, peraltro, bisogna aggiungere quelle del ministro Trenta e di altri esponenti del governo 5 Stelle (tra cui Toninelli), che spingono per una rapida soluzione della crisi Open Arms e si sono detti contrari a ulteriori forzature del Viminale.

Ora, non vorrei passare per il guastafeste e rovinarvi la luna di miele con Conte, che a Ferragosto si è scoperto umano e ragionevole sulla questione Open Arms. Ma questa lettera non cambia la direzione del governo in tema di gestione dei flussi dalla Libia e dalla Tunisia, e non scalfisce le macerie culturali e sociali che l'approccio della politica italiana sul tema del soccorso in mare ha generato. Ricordo sommessamente che si tratta del capo del governo che ha varato i due decreti sicurezza, che ha criminalizzato la solidarietà e il soccorso in mare, che ha rivendicato il sequestro di decine di migranti sulla nave Diciotti, che ha rafforzato gli accordi coi macellai libici, che ha ministri che più volte, pubblicamente e nelle sedi istituzionali, hanno lanciato accuse non provate contro le ONG, parlando di scafisti del mare, di taxi per migranti e via discorrendo.

Troppo facile scaricare tutte le responsabilità su Salvini e cercare di rifarsi una verginità politica agitando ora la questione migranti. Conte non solo è stato complice di Salvini, ma è il responsabile principale delle politiche di un governo che sarà ricordato come quello che ha tentato di chiudere i porti, che ha respinto decine di minori in spregio alla stessa legge italiana e che ha sistematicamente violato i trattati e le convenzioni internazionali. È, era, il capo del governo, non uno capitato per caso mentre si discuteva il decreto sicurezza bis a Palazzo Chigi. E mai, nemmeno ora, ha fatto autocritica sui danni culturali, politici e materiali che la linea salviniana sta producendo, anche solo dal punto di vista del clima nel Paese nei confronti di chi cerca una vita migliore nel nostro Paese. Inoltre, senza un vero cambio di passo, questa lettera non è nient'altro che il tentativo contrario di far pesare sul piano politico interno e sulla crisi di governo una questione umanitaria e gravissima (la situazione delle persone sulla Open Arms).

Conte, la Trenta e i 5 Stelle hanno cambiato idea? Benissimo, lo dimostrino subito. Sfiducino Salvini, prendano le distanze dai decreti sicurezza, cambino idea sulle politiche migratorie. Non basta un post acchiappalike per compensare il disastro che hanno contribuito a determinare.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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