Studenti picchiati, Fratoianni a Fanpage.it: “Gravi repressioni autoritarie contro le mobilitazioni”
Le immagini dei manganelli e delle cariche delle forze dell'ordine su degli studenti delle superiori hanno fatto molto discutere, soprattutto perché i video della manifestazione di Torino – per protestare dopo la morte di Lorenzo Parelli – hanno fatto il giro d'Italia. I volti insanguinati hanno scandalizzato da subito larga parte della politica, che ha annunciato interrogazioni parlamentari alla ministra Lamorgese. Tra queste c'è anche l'interrogazione della senatrice Elena Fattori, di Sinistra Italiana. La titolare del Viminale, intanto, ha giustificato rapidamente l'operato della Polizia con un "rischio infiltrazioni" non ben precisato. Anche Nicola Fratoianni, deputato e leader di Sinistra Italiana, ha presentato un'interrogazione, come ha spiegato a Fanpage.it.
I video di Torino colpiscono molto, per questo ha presentato un'interrogazione parlamentare?
Quello che è accaduto è molto grave. Prima il fatto in sé, poi il silenzio e dopo ancora le parole pronunciate dalle istituzioni che si occupano di ordine pubblico. Prima il sottosegretario Molteni che ha addirittura negato che ci siano state cariche. Una negazione degna di Pinocchio perché i video circolati in questi giorni, con i volti insanguinati degli studenti, li abbiamo visti tutti. Parliamo di manifestazioni che non costituivano alcun rischio per l’ordine pubblico. Poi le parole della ministra Lamorgese, che prima ha ribadito la legittimità delle manifestazioni di piazza degli studenti – e ci mancherebbe altro – salvo poi spiegare che le cariche sono state determinate dalla presenza di probabili infiltrati. La verità è che il governo, la ministra e il sottosegretario dovrebbero chiarire quello che è accaduto e chi ha gestito l’ordine pubblico in quei momenti e dovrebbero scusarsi per quello che è successo e garantire che non accada mai più.
Cosa devono garantire secondo lei?
Che le manifestazioni studentesche, a partire da quelle di domani – sono attese nuove mobilitazioni a Torino, ndr – si svolgano liberamente e senza nessun tipo di intervento repressivo come quelli che abbiamo visto.
La sensazione è che con gli studenti ci sia un atteggiamento, con altri tipi di manifestanti un altro…
Ci sono stati dei comportamenti inaccettabili, che rivelano anche due pesi e due misure nella gestione dell’ordine pubblico. Il clima generale è di repressione delle mobilitazioni studentesche. Siamo concentrati in queste ore sulle cariche che nelle piazze hanno colpito le manifestazioni e i cortei. Bisognerebbe guardare quanto accaduto con l’ondata di manifestazioni che, negli ultimi mesi, ha coinvolto in particolare la Capitale ma non solo. Abbiamo assistito a misure repressive di altra natura, di carattere disciplinare che rischiano di condizionare in negativo la carriera scolastica di molti studenti che hanno partecipato alle occupazioni.
Perché succede questo?
Di fronte al ritorno di una mobilitazione studentesca, complessivamente, il clima è punitivo e autoritario. Come se le mobilitazioni degli studenti fossero questioni a cui si risponde in termini di ordine pubblico, di repressione, di autoritarismo. E non questioni politiche con le quali è necessario misurarsi. Nelle mobilitazioni di questi giorni ci sono molte rivendicazioni che sono parte del movimento studentesco e che avrebbero bisogno e diritto di ottenere risposte.
E la spiegazione di Lamorgese, che parla di generici infiltrati, come la valuta?
La spiegazione di Lamorgese è inaccettabile perché gira intorno al problema, cioè che la gestione dell’ordine pubblico è stata grave e sbagliata. E poi questi infiltrati chi sono? Come se alle manifestazioni non potessero essere presenti tutti quelli che lo ritengono. Non c'è stato alcun atto in grado di mettere a rischio l’ordine pubblico durante quelle manifestazioni, nessuno. Né dagli studenti né dai fantomatici infiltrati di cui parla la ministra. E se si parla di infiltrati bisogna dire chi sono, perché sono lì, cosa hanno fatto e perché quella eventuale presenza giustifichi la violenza della polizia che ha colpito gli studenti in piazza.
I ragazzi sono in piazza anche per Lorenzo Parelli. È arrivato il momento di ripensare quel sistema? Mi riferisco all'alternanza scuola-lavoro e al sistema duale per i professionali, come nel suo caso…
Al netto del caso drammatico, non c’è dubbio che quel modello ha dimostrato in tutti questi anni una serie infinita di buchi neri. È stato foriero di fenomeni di sfruttamento che nulla hanno a che vedere con la formazione, che invece dovrebbe tornare a essere al centro delle attenzioni del mondo della politica. È arrivato il momento di rivederla complessivamente, sia la classica scuola-lavoro che il sistema duale, il sistema dei tirocini. E inoltre i protocolli, quando coinvolgono i minori, gli studenti, devono avere un tasso di rigidità alto. Quei percorsi devono avere un obiettivo formativo e garantire standard di sicurezza degni di questo nome.