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Stralcio cartelle, la nuova (mini) pace fiscale su cui sta riflettendo il governo Meloni

Il governo Meloni sta pensando a una nuova pace fiscale con la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a duemila euro: la misura arriverà nelle prossime settimane, insieme a una nuova rottamazione.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo Meloni potrebbe cominciare il suo mandato con una nuova pace fiscale. Parliamo, però, di mini cartelle esattoriali. Insomma, un bacino non troppo ampio e soprattutto quei crediti che molto spesso vengono annoverati come più difficili – e onerosi – da recuperare che da stralciare. Insomma, la nuova pace fiscale su cui sta ragionando il governo si farà, molto probabilmente, ma bisogna ancora capire la quantità di risorse a disposizione per il provvedimento. Da questo, infatti, dipenderà l'importo massimo delle mini cartelle che saranno sottoposte allo stralcio. Ballano circa mille euro, al momento.

Oggi il vertice economico della Lega, da sempre molto sensibile all'argomento, si è concentrato proprio su questo. Non a caso è una delle misure su cui Salvini non vede l'ora di piantare la sua bandierina: "La Lega, presenti i ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, ha affrontato alcuni temi economici a partire dal superamento della legge Fornero, l'estensione della flat tax, gli interventi strutturali sulle cartelle esattoriali, l'ipotesi di revisione del reddito di cittadinanza", fanno sapere dallo staff del Carroccio.

Ma su cosa sta riflettendo seriamente il governo? Secondo le anticipazioni del Sole24Ore, si pensa a una pace fiscale – perciò la cancellazione completa – per le cartelle con debiti fino a duemila euro. Inizialmente l'importo massimo doveva essere di tremila euro, ma sembra che le risorse per attuare questo tipo di operazione non ci siano. Perciò la cancellazione arriverà – molto probabilmente – per le mini cartelle tra i mille e i duemila euro. Bisognerà capire anche gli anni interessati, tra l'altro.

Allo stesso tempo si lavora anche a una rottamazione quater, che permette un piano di versamenti spalmato in almeno cinque anni. L'obiettivo iniziale, in verità, era puntare a dieci anni. Il problema sono sempre le coperture economiche che, quando si parla di condoni, diventano sempre determinanti.

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