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Strage di Ustica, Mattarella: “Manca ancora la verità. I Paesi amici collaborino”

Il capo dello Stato nel 44esimo anniversario della strage di Ustica: “Resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica”.
A cura di Davide Falcioni
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"Nel cielo di Ustica, 44 anni or sono, si compì una strage di dimensioni immani. Rimasero uccise tutte le 81 persone a bordo del DC9 in volo da Bologna a Palermo. La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica".

Sono le parole pronunciate questa mattina dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 44esimo anniversario della strage di Ustica. "La Repubblica – assicura il capo dello Stato – non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne il 27 giugno 1980. Al tempo stesso la memoria è anche trasmissione, ai più giovani, dei valori di impegno civile che sorreggono la dignità e la forza di una comunità e le consentono di affrontare le circostanze più dolorose e difficili".

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"La strada della verità"

"Nel giorno dell'anniversario – continua il capo dello Stato – desidero anzitutto rinnovare i sensi di una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato, pur in condizione di umana sofferenza, di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia. La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento. Sulla strada della ricostruzione della verità, passi significativi sono stati compiuti. Ne offre testimonianza il Museo per la Memoria di Ustica, aperto a Bologna".

La versione di Giuliano Amato: "DC9 abbattuto da un missile francese"

Lo scorso settembre sulla strage di Ustica era intervenuto l'ex Presidente del Consiglio ed ex Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato che, in un'intervista a La Repubblica, aveva detto: "La versione più credibile è quella della responsabilità dell'Aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno". Le 81 persone morte nel DC9, dunque, sarebbero state uccise da Paesi alleati, e forse non è un caso che oggi Mattarella abbia chiesto la collaborazione proprio dei "Paesi amici": "Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua Aviazione – proseguì Amato – e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l'esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l'attentato come incidente involontario". Il leader libico sfuggì alla trappola "perché avvertito da Craxi. Adesso l'Eliseo può lavare l'onta che pesa su Parigi".

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Il governo francese: "A disposizione per lavorare con l'Italia"

Non era tardato ad arrivare un commento dal Ministero degli Esteri francese: "Su questa tragedia, la Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che le è stato chiesto". Il ministero aveva aggiunto che ogni informazione era stata fornita "soprattutto nel quadro delle inchieste condotte dalla giustizia italiana. Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l'Italia, se ce lo chiederà".

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