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Strage di Lampedusa, a Gemonio il sindaco della Lega dice no al lutto

Il primo cittadino della città di Umberto Bossi toglie le bandiere a mezz’asta: “A vergognarsi devono essere Kyenge e Boldrini”
A cura di Redazione
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A Gemonio, cittò di residenza di Umberto Bossi, nella provincia leghista di Varese, il sindaco Fabio Felli, ha tolto le bandiere listate a lutto davanti al Municipio, rifiutandosi di esporle a mezz'asta nella giornata di cordoglio nazionale per i migranti morti a Lampedusa. Su Facebook ha spiegato la sua posizione: "Io a questo festival nazionale dell'ipocrisia non ci sto – afferma -. Chi si deve vergognare, anzi sprofondare nella vergogna sono i nostri governanti, il ministro Kyenge e la ‘presidenta' Boldrini, per il becero buonismo nel volere l'integrazione e l'accoglienza a tutti i costi".

"Supportata dal suo governo di inetti e ipocriti – prosegue il sindaco di Gemonio rivolgendosi al ministro Kyenge e a Laura Boldrini, così come ieri aveva fatto anche un altro esponente della Lega Nord – prendete l'aereo e andare in giro per il mondo a spese nostre a berciare ‘venite, venite'. Allora andate a prenderli con un traghetto – conclude – e date ai comuni i soldi necessari a mantenere tutta questa povera gente. Tutti questi morti sono – ha concluso – soprattutto sulle vostre coscienze".

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