Strage Bologna, Ascani (Pd): “Meloni prenda distanze da De Angelis, FdI faccia i conti con il passato”
Tiene banco il dibattito sulla strage di Bologna, la sua matrice neofascista e le dichiarazioni di Marcello De Angelis. Il responsabile della comunicazione per la Regione Lazio con un lungo passato da militante di estrema destra, scelto per l'attuale ruolo dal presidente Francesco Rocca, ha affermato che gli ex Nar condannati per l'attentato del 2 agosto 1980 sono innocenti.
Dalle opposizioni sono arrivate richieste di dimissioni per De Angelis e di presa di distanze da parte di Rocca e i vertici di FdI, inclusa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che finora non ha parlato della questione. Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata del Pd, ha risposto alle domande di Fanpage.it sul caso, dicendo che "Fratelli d'Italia, in generale, deve fare i conti con il fatto che oggi ha delle responsabilità diverse rispetto al passato".
Avete chiesto le dimissioni di Marcello De Angelis per le sue affermazioni. C'è una responsabilità anche del presidente del Lazio Rocca, che lo ha scelto per il ruolo?
De Angelis non può restare al suo posto, a meno che il presidente della Regione non condivida le sue posizioni. Ho letto il comunicato di Rocca, che ieri ha detto – e ci mancherebbe altro – che De Angelis parlava a titolo personale. Le conseguenze immediate dovrebbero essere le dimissioni o la rimozione dall'incarico. Altrimenti anche il comunicato di ieri non ha più nessun significato (oggi Rocca ha aggiunto che "De Angelis ha commesso un errore importante" e che "Giorgia Meloni non è felice per quanto accaduto e mi ha chiesto di approfondire e chiarire", ndr). Mi pare evidente, oggi, il silenzio di alcuni esponenti di Fratelli d'Italia che hanno importanti responsabilità. E mi pare altrettanto evidente che riscrivere la storia e negare la matrice neofascista rende completamente incompatibili con le istituzioni. Quella matrice è stata abbondantemente dimostrata, e riconoscerla significa avere rispetto della storia di questo Paese nelle sue pagine più tragiche.
Il 2 agosto, Giorgia Meloni ha evitato di parlare di "strage neofascista" riferendosi a Bologna, a differenza di altri esponenti del governo e anche di FdI (tra tutti Ignazio La Russa). Le parole di De Angelis rappresentano una posizione condivisa da parte del partito?
Va verificato se De Angelis sia un singolo che va allontanato dalle istituzioni, oppure qualcosa di più, all'interno del partito che è espressione della maggioranza relativa che oggi governa il Paese. Credo che la presidente Meloni, per sgombrare il campo dai dubbi, anche per rispetto della carica che oggi ricopre, debba prendere le distanze da quel tipo di posizione, e debba farlo in prima persona. Ribadendo, perché diventa necessario, che la matrice neofascista di quella strage è una verità storica ormai accertata. E non può più essere messa in discussione.
Negli anni, l'area politica da cui proviene Meloni ha sostenuto posizioni non distanti da quelle di De Angelis. Non è una novità che parte della destra contesti la matrice della strage di Bologna, no?
Purtroppo non è una novità, ma le circostanze in cui ci troviamo a vivere – con esponenti di Fratelli d'Italia che sono ai vertici delle istituzioni – rendono quel tipo di opinione completamente inaccettabile. La novità è questa. E necessita di una presa di distanza chiara e ferma, da parte di chi svolge dei ruoli incompatibili con quelle esternazioni.
De Angelis ha risposto alla polemica, sempre tramite social, dicendo: "Se dovrò pagare e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso".
Qui purtroppo le uniche vittime vere sono quelle morte per mano neofascista il 2 agosto a Bologna. Chi oggi parla di roghi, di Giordano Bruno e di altri tipi di vittimismo, mostra non solo di voler negare la storia ma anche di mancare completamente di rispetto a chi ha perso la vita a causa di quella strage.
Il presidente del Senato La Russa ha detto, oggi: "Io ho già preso doverosamente atto, come detto in Aula, delle sentenze giudiziarie". Pochi mesi fa però La Russa scatenò polemiche parlando dell'attentato di via Rasella con un vero e proprio falso storico. Si può dire che il caso De Angelis sia meno grave, perché si parla di un responsabile delle comunicazioni di Regione che ha parlato sul suo profilo social?
Fratelli d'Italia, in generale, deve fare i conti con il fatto che oggi ha delle responsabilità diverse rispetto al passato, e che queste responsabilità comportano anche un rispetto diverso nei confronti della storia di questo Paese. La gravità non sta in una scala di valore a seconda che le affermazioni arrivino sui social, in un comunicato, in un'intervista… Il problema è capire se in Fratelli d'Italia c'è la consapevolezza che, quando si governano le istituzioni, bisogna averne rispetto. E avere rispetto della storia che sta alle loro spalle. La storia di quelle stragi è un pezzo importantissimo della storia delle istituzioni del nostro Paese. Mi auguro che la presidente del Consiglio, e chiunque oggi in Fratelli d'Italia ricopra un ruolo, prenda le distanze da posizioni di questo tipo. Perché il loro silenzio sta facendo molto rumore, e va interrotto al più presto.